In realtà la televisione non impone nulla in termini di cosa pensare, bensi lavora su quel fenomeno che la sociologia della comunicazione Tavistockiana chiama Agenda Setting, ovvero la facoltà di decidere “riguardo a cosa” la massa deve pensare. Per capire ciò bisogna prendere in considerazione la teoria della Dissonanza Cognitiva di Leon Festinger unanimemente considerato uno dei più importanti studiosi americani. Il 15 gennaio 1934 uno spaventoso terremoto sconvolse la provincia indiana del Bihar. Per qualche tempo, nelle regioni vicine a quella colpita, si diffusero voci allarmistiche che predicevano nuovi e peggiori disastri. Queste voci, raccolte da Prasad, circa vent’anni dopo dovevano cadere sotto gli occhi di Leon Festinger che era allora impegnato nel lavoro di ordinare e integrare teoricamente la grande quantità di dati che erano stati sino ad allora raccolti nel campo della comunicazione e dell’influenza sociale. L’esame dei dati di Prasad costituì la molla da cui doveva nascere la teoria della dissonanza cognitiva. Come mai, si chiese Festinger, in una situazione del genere potevano nascere e diffondersi così facilmente delle voci terrorizzanti? Non sarebbe stato più logico che tra quelle popolazioni, già in preda al terrore, nascessero invece delle voci che tendessero a ridurre la paura? La risposta di Festinger è che queste voci non erano destinate a provocare paura, bensì a giustificare quella che già la gente aveva. Esisteva cioè una discordanza tra quanto queste persone, non direttamente colpite dal terremoto, vedevano attorno a loro, e la paura che provavano e che non era giustificata da quanto vedevano. A questa discordanza tra elementi cognitivi (intendendo per elemento cognitivo ogni conoscenza, opinione o credenza che un individuo o un gruppo ha su se stesso o sul mondo che lo circonda) venne dato il nome di dissonanza cognitiva. Secondo la teoria che nacque allora, esiste in ogni persona, in presenza di una dissonanza, una pressione tendente a ridurla, tanto maggiore quanto più forte è la dissonanza. La riduzione può ottenersi (ed è il caso delle popolazioni indiane) aggiungendo nuovi elementi consonanti (le voci di prossime sciagure); potrebbe però aversi, a seconda delle circostanze, anche cambiando gli elementi dissonanti o diminuendone l’importanza. La portata della teoria così abbozzata è indubbiamente molto ampia, ed abbraccia gran parte dei problemi della psicologia sociale, particolarmente nel campo dell’influenza e della comunicazione. Dai processi decisionali e dalle conseguenze delle decisioni all’induzione forzata di un comportamento esteriore in contrasto con le opinioni private dell’individuo, ai problemi di comunicazione e di diffusione delle informazioni, al comportamento dei gruppi, ai fenomeni di massa, Festinger analizza in un quadro unitario, sulla base di numerose ricerche sperimentali, il potere predittivo e interpretativo della teoria. Dunque progetto Tavistock e Agenda Setting potendo decidere gli argomenti su cui le persone ragioneranno, si scambieranno pareri, si formeranno opinioni, chi controlla la tv è in grado di creare una realtà parziale ed OMETTERE da questa realtà tutto ciò che non vuole si conosca.
E’ dunque l’OMISSIONE il vero potere, L’OMISSIONE di tutti quegli argomenti, quei valori, quei modelli, quei pensieri, quelle sensazioni, quegli atteggiamenti, quei comportamenti che sono ostili al leader e al regime mediatico.
Alla vista di una dichiarazione d’intenti tanto blanda, sorgono immediatamente due interrogativi: uno scopo comune (uniformità) a quale fine? E “il cambiamento del mondo” in quale direzione dovrebbe andare? Il fondatore ufficiale nonché il direttore generale del Common Purpose è Julia Middleton che è stata anche Responsabile della selezione del personale presso l’ufficio di John Prescott, vice primo ministro di Tony Blair. Prescott era incaricato della formazione di “assemblee regionali” in tutta la Gran Bretagna, uno degli elementi del piano volto ad abolire le nazioni e trasformarle in “regioni” impotenti, sottoposte all’oppressione dell’Unione Europea. Ovviamente tali assemblee regionali inglesi come la Lega Nord di Bossi e Maroni, hanno cercato di far passare quell’iniziativa come un modo per “restituire potere alla gente”. Gli inglesi le hanno chiamate “assemblee regionali” in Italia è passato con il nome di federalismo.
1. la teoria psicoanalitica, nella sua applicazione specifica alle dinamiche dei gruppi e delle istituzioni (Bion 1961, Jaques 1955, Menzies 1960) più precisamente qualificata come “socio-analisi”,
2. la teoria dei sistemi aperti, i cui concetti sono stati applicati in diversi campi, dalla biologia alla modellizzazione delle organizzazioni sociali ed alla terapia familiare (von Bertalanffy 1968, Emery 1969). Accanto a questi figurano i contributi di altre discipline, quali le scienze politiche, l’economia e le teorie di amministrazione aziendale, la sociologia e la psicologia, in particolare la Gestalt-Psychologie e le ricerche di Kurt Lewin (1948, 1951), che offrono in sostanza al paradigma fondamentale strumenti procedurali, di contestualizzazione dell’analisi e di indirizzamento della ricerca. Il modello si articola su tre assi o dimensioni che ne definiscono il valore euristico e gli sbocchi applicativi:
1. è un metodo di analisi che serve a scopi di ricerca;
2. è un metodo di formazione degli uomini e delle donne che operano nelle organizzazioni, sia in posizione di leadership sia in quanto followers, collaboratori;
3. è uno strumento di diagnosi organizzativa e di consulenza alle organizzazioni in difficoltà.
Una linea di ricerca che il Tavistock ha sviluppato in modo particolare riguarda la questione cruciale dell’autorità e del potere, temi a lungo trascurati dall‟esplorazione psicoanalitica e divenuti aree privilegiate di studio nel programma Tavistock di formazione alle relazioni di gruppo noto come “Conferenze di Leicester”.
Fino ad arrivare allo “scopo comune” intrapresa dalla guerriglia del gruppo Tavistock/Common Purpose, condizionare la mente umana facendo piazza pulita di qualsiasi senso di individualità e unicità. L’unica cosa che ne scaturisce, chiara come il sole, è che Tavistock/Common Purpose utilizzano la stessa matrice producendo consenso in modo da soffocare qualsiasi diversità, servendosi di coloro che hanno rinunciato alla loro facoltà di pensiero per consegnarla alla manipolazione psichica collettiva, in modo da esercitare pressione sugli altri affinché si adeguino. Nel linguaggio volto a produrre consenso sono utilizzate anche tecniche di manipolazione mentale come la Programmazione Neuro-Linguistica o PNL. La PNL è una tecnica in cui ci si serve di parole per riprogrammare il nostro organismo affinché accetti un’altra percezione della realtà. Tengo a precisare che la PNL può essere impiegata per riprogrammare in modo positivo; come ogni strumento, tutto sta nel come viene usato.
Il Generale John Rawling Rees, entrato a far parte del Tavistock Istitute of Human Relations nel 1947 fu il co-fondatore della “Federazione Mondiale per la Salute Mentale”.
Oggi, grazie alla testimonianza del magistrato Paolo Ferraro e al suo lavoro intellettuale di informazione, sappiamo che il progetto Tavistock si è insediato anche all’interno della legge, della società e della medicina. In Italia esiste una letteratura legata al processo di influenza da parte delle scienze psichiatriche e psicologiche all’interno delle istituzioni, delle scuole e della sanità pubblica.
1. Abusi nelle procedure di ASO (Accertamento Sanitario Obbligatorio) e TSO ( Trattamento sanitario obbligatorio, che ora è stato proposto di portare alla durata massima di un anno), manipolando le imprecise garanzie di legge in senso restrittivo della libertà del paziente;
2. effetti negativi da trattamento (farmaci fuori indicazione o somministrati in modo negligente e inesperto, o addirittura avventato, con gravi effetti collaterali duraturi prodotti);
3. omissione nel controllo sociale (aggressività e violenza nei confronti di terzi o degli stessi pazienti);
4. autolesività e suicidio non impediti da assistenza adeguata.
Nel concreto politico italiano è accaduto inoltre che l’ideologizzazione iniziale a sinistra della riforma psichiatrica, nei climi estremizzanti degli anni Sessanta e Settanta, le abbia scatenato contro le ostilità della destra. Generando a tutt’oggi diatribe irresponsabili fra una sinistra che santifica il sistema rifiutando di ammetterne i troppi difetti, ed una destra che lo demonizza rifiutando di ammetterne certi, anche se pochi, successi. E praticando così ambedue uno sfruttamento politico rispettivamente dei voti dei beneficati e delle vittime, che a livello reale delle persone in difficoltà danneggia tutti senza risolvere nulla. Occorre quindi ritornare direttamente all’essenza del problema, che rimane quella fondamentale del rispetto dei diritti umani.
Ha ragione il giudice tutelare Francesco Morcavallo quando dice che c’è un mercato dei bambini legalizzato dallo Stato e da questa classe politica. Ma il fine di tutto ciò? Semplice creare bambini con delle “menti alveare”. Quando il bambino viene tolto ai genitori per essere immerso all’interno di una comunità si crea un disturbo della coscienza caratterizzato da una riduzione della consapevolezza di sé e del rapporto con la realtà esterna sulla base delle coordinate spazio-temporali e delle relazioni interpersonali. Il tutto crea DISORIENTAMENTO e DISORGANIZZAZIONE. Per un bambino in tenera età provare la sensazione del DISORIENTAMENTO è l’anticamera degli stati psicotici acuti che possono manifestarsi con sintomi tipo stati febbrili, processi infettivi, intossicazioni e momenti di acuta tensione emotiva. Questi cinquantamila bambini fra 15 anni chi saranno? Che cosa faranno? Mi sembra chiaro, diventeranno degli adulti più facilmente manipolabili dall’elite che ci governerà e tra questi ci sarà magari quella percentuale che sarà costretta a subire, previa selezione, progetti sul CONTROLLO MENTALE più cruenti e criminali legati a quella psichiatria deviata occulta che ha piantato le sue radici a Wellington House in Londra.
Tutti noi pensiamo di essere autonomi nel nostro pensiero e di esprimere in ogni momento una nostra opinione ma invece si tratta soltanto di un pensiero che qualcun’altro ci ha inculcato a livello conscio o subconscio. IL LAVAGGIO DEL CERVELLO non è la creazione dei “Candidati Manciuriani” per perpetrare degli assassini e compiere la volontà dei propri programmatori. IL LAVAGGIO DEL CERVELLO vuol dire manipolare la popolazione affinché creda alla versione ufficiale; la mafia ha ucciso Falcone e Borsellino, Melania Rea è stata uccisa da Salvatore Parolisi perché aveva scoperto una relazione clandestina tra una soldatessa e suo marito, il mostro di Firenze è Pietro Pacciani e i Compagni di Merende, Anna Maria Franzoni è l’assassina del piccolo Samuele, Rosa e Olindo gli assassini sterminatori di Erba ecc. ecc. ecc.
IL LAVAGGIO DEL CERVELLO è fare in modo che noi pensiamo ciò che il potere vuole che pensiamo, dettandoci così anche i nostri comportamenti. I “giornalisti” e altre persone nell’ambito dei mezzi di comunicazione di massa sono dei lavatori di cervelli, ma la maggior parte di essi forse neppure lo sa. Riportando una falsa versione degli eventi, costoro portano le persone a pensare in modo tale da assecondare la struttura del potere. Il percorso dal LAVAGGIO DEL CERVELLO al CONTROLLO MENTALE è breve. Ma a questo punto ci si addentra in un terreno profondamente significativo dove probabilmente ASCOLI PICENO ma certamente ROMA e TRIESTE, sono diventati dei veri e propri laboratori sperimentali per il progetto MONARCH o CONTROLLO MENTALE. Nella seconda parte mi soffermerò su quello che sta accadendo a TRIESTE e sul caso della caserma CECCHIGNOLA a ROMA.