LEGGI ASCOLTA DATI FATTI PROVE E DIFFONDI OVUNQUE USANDO IL IL WIDGET MULTIFUNZIONE
GLI ARTICOLI SONO INSERITI NEL PERCORSO GD1 D
TI CONSIGLIAMO CALDAMENTE DI ANDARE A QUESTE VERSIONI COLLEGATE
LA VERSIONE DELL'ARTICOLO ULTIMA AGGIORNATA E RIVISITATA GRAFICAMENTE (E PIU' AGEVOLMENTE LEGGIBILE) E’ PUBBLICATA SULLA PIATTAFORMA ILFILODELMAGISTRATO,
TI CONSIGLIAMO CALDAMENTE DI ANDARE A QUESTA VERSIONE.
LA_CALATA_A_ROMA_E_VIA_POMA_DAL1990_AL_1995.html
1990
La “calata” nella sezione romana di magistratura democratica ed “altro”
1992
Una trama, non solo romana, anche intorno al magistrato Paolo Ferraro.
La fallita scalata alla Corte Costituzionale e la ritirata di Marco Pivetti e Agnello Rossi.
1995
Un piacevole accerchiamento femminile: tre ruoli individuati ricostruiti ed un agguato disciplinare assurdo, fallito.
AVVERTENZA. Ogni apparente divagazione e introduzione di vicende, fatti e nomi ulteriori, di norma tra parentesi, immette elementi la cui rilevanza e connessione è emersa in precedenti articoli costruiti su prove, e non racconto, od emergerà alla fine. Per chi è stato attento il tutto si correla quindi alla complessiva ricostruzione effettuata fino ad oggi con prove pubblicate.
Anche questo articolo era necessario per contestualizzare ed inquadrare a fondo, ambientando almeno alcuni nomi, fatti e ruoli. Lo dedico a tutti coloro che hanno studiato, seguito e capito, ma soprattutto ai magistrati ed investigatori per bene, ed alle istituzioni .... che debbono restituire legalità al paese.
Nel 1990 comparvero nello scenario della magistratura romana Giuseppe Cascini e Stefano Pesci: subito apparentatisi alla cordata "migliorista e PCI" dei lavoristi (Marco Pivetti), poi entrambi da me classificati, anche per loro esplicita ammissione ed indicazione, come filo "dalemiani". Cascini si legò anche a Luigi Saraceni: personalità di rilievo che stimavo, ma verso la quale nutrivo un piccolissimo dubbio, poiché era troppo in buon dialogo con quella destra burocratica che definisco “ussarissima” (da “ussaro").
Ci misi un poco a capire quanto i due neo-magistrati fossero legati a poteri e forze per me comunque non decifrabili.
Negli anni 1985-1990 fui prima Pretore di Terni (con tante sentenze pubblicate sul FORO ITALIANO, e la perdurante memoria del mio impegno a tutela dell'ambiente e della sicurezza del lavoro), poi al Ministero di Giustizia, infine tornai negli uffici giudiziari romani alla Procura Circondariale. Appartenevo bella sezione romana ancora indomita di Magistratura Democratica, all'anima più giurisdizionale legale; ero con Michele Coiro, Celsa Galassi, Gabriele Cerminara e tanti altri lentamente decimati... decimati dalla vita, e decimati nella vita in magistratura.
Giuseppe Cascini, uditore giudiziario giovane napoletano di famiglia bene, venuto di sua scelta per il tirocinio giudiziario a Roma. Nel 1990 portava ancora i capelli lunghi castano chiari, (ADDE: il particolare non è affatto indifferente perchè coincide con una curiosa vicenda di intrufolazione nel mio ufficio, respinta ed inquadrata con uan informativa di pg alla sezione di appartenenza dei ben due ufficiali di pg : e invito tutti a compulsare la "signiificativa relazione di pg)
si era subito immesso nella attività della corrente di magistrati di "Magistratura Democratica" ( abbreviato M.D.) e scriveva "anche" sul Manifesto.
[ricordo un suo articolo di allora sul Manifesto , ma a difesa o a dialogo da lontano con una particolare area movimentista anarco insurrezionale o di autonomia operaia, potrete controllare, articolo, riferito mi sembra ad una vicenda giudiziaria che li vedeva coinvolti, che mi aveva incuriosito per il taglio anche implicito, lievemente supponente, "da garante".
[ricordo un suo articolo di allora sul Manifesto , ma a difesa o a dialogo da lontano con una particolare area movimentista anarco insurrezionale o di autonomia operaia, potrete controllare, articolo, riferito mi sembra ad una vicenda giudiziaria che li vedeva coinvolti, che mi aveva incuriosito per il taglio anche implicito, lievemente supponente, "da garante".
Feci allora un collegamento mentale con Filippo Paone, noto magistrato di origine campana trapiantato a Roma, magistrato di area "estrema" di M.D., morto di recente e assurto da ultimo alla carica di Presidente della Corte di appello. Nel 1985 era stato sotto pressione disciplinare per un suo avere in qualche modo protetto una manifestazione non autorizzata in un’aula della facoltà di Giurisprudenza della Università la SAPIENZA nel 1977: essendo lui presente alla manifestazione illegale, si era frapposto tra persone presenti legate ad autonomia operaia e la polizia che era intervenuta. Proprio nel giugno del 1985 lo incontrai casualmente nello studio altezza Nomentana viale Libia subito dopo le caserme civili, dei due amici - allora - avvocati Tony Stellato e Sandro Galiena, del MANIFESTO area di "destra magriana" allora così visti e definiti da me. Il loro studio, situato a Viale Libia nel quartiere Nomentano subito dopo le caserme civili, lo condividevano con Rosalba VALORI e, per presenza, anche con GUIDO VALORI (che a quell'epoca era anche vice procuratore onorario, nominato dal CSM).
Non mi stupii dell'incontro casuale (anche io ero lì per caso) con Filippo Paone, in pantaloni celestini e stretto in una "iacchettiella" a strisce verticali bianco azzurro chiaro (colori simili che stonavano), ma notai che era assai distratto e preoccupato della vicenda disciplinare: capii solo che doveva parlare con Rosalba e forse poi con Sandro, ma non di cosa. Forse di una propaggine penale della manifestazione non autorizzata dell'epoca?! No, pensavo, era passato troppo tempo dalla data del fatto. Sempre quel giorno arrivò a studio quello che seppi essere il compagno/marito di Rosalba Valori, un personaggio ben noto del mondo della autonomia operaia romana: con barba, bel tipo, non certo sgualcito. Mi tornò il conto solo parzialmente: 1. autonomia operaia 2. magistrato nei guai disciplinari per aver sostanzialmente ostacolato lo sgombero dell'aula di giurisprudenza occupata per una assemblea di autonomia operaia, che veniva forse a raccontare novità sull'accaduto o a trovare i compagni di sorte?! (Pifani ad esempio, trovato al confine con la Yugoslavia con un bazzoka da portare alla "resistenza palestinese", da tempo era stato messo fuori gioco). Ma perchè Filippo Paone personalmente, e perchè lì? Per Rosalba, avevo concluso. Ma Sandro?! Allora per me il cognome VALORI non aveva significato. Non lo stimavo Filippo; era allora Pretore penale, tra l'altro l'autore di una risibile se non ridicola giurisprudenza che applicava in analogia (totalmente vietata in sede penale) la norma penale sull'aggiotaggio azionario alla rarefazione degli immobili destinati ad abitazione, per loro "natura" ma sottratti alla disponibilità del mercato o pubblica: una "pecionata" ideologica di quelle che per me (di scuola giuridica, assistente e collaboratore con cattedre di diritto privato e cattedra rivista di diritto pubblico) rendevano disonore alla magistratura; e rendevano disonore ad una corrente (M.D.), che dovevano assicurare secondo i miei intendimenti la progressiva e corretta attuazione della legge: sì a tutela dei deboli e secondo l'art. 3, 2° co della Costituzione. ma non sostituendo alla interpretazione costituzionale e progressiva delle norme il metodo "IDEOLOGICO", che aborrivo. Un metodo eccessivo e fuori del seminato, errato, del quale poi non c'era neanche bisogno. Sandro e Tony , già studenti dello scientifico Archimede li frequentavo per la loro e mia storia di studenti impegnati politicamente; e Sandro dal 1985 in poi era stato sempre più "premurosamente" presente in troppi momenti della mia vita. In particolare da poco dopo che avevo vinto il concorso in magistratura. Un amico vero, pensavo, lievemente traumatizzato dalla storica circostanza che al primo anno di giurisprudenza insieme, volendo preparare con me l'esame di filosofia del diritto nel lontano 1975, mentre lui stava al terzo capitolo io nel frattempo avevo fatto nella seconda sessione del primo anno cinque esami tra ottobre e dicembre. Tra me e loro una differenza che non pensavo insormontabile: io ero socialista e della sinistra del MANIFESTO al contempo, rossandiano, e miscelavo le due matrici guardando come burocrati post comunisti i "destri". D'altronde questa era la loro nomèa tra la gente impegnata politicamente].
Tornando a Cascini, appena arrivato a Roma aveva un contegno inizialmente più contenuto, ma già arrogantello e un modo di fare da ragazzo di ricca stirpe. Solo più tardi, nel marzo 1992, avrei saputo dalla bocca di Lori Perla (anche lei come me magistrato romano della Procura Circondariale come me dal 1989 del mio stesso concorso - 1984 - e a quel tempo mia amica) che Cascini aveva una madre di etnia ebraica e che era pronipote di Achille Lauro. La notizia allora non mi colpì nè mi stranì, ovviamente. Poco dopo essere arrivato a Roma, Cascini era provvisoriamente alloggiato in locazione; ma invece di trovare un alloggio definitivo in locazione pose fine alla situazione provvisoria comprandosi due appartamenti di media metratura. Non ci frequentavamo, e me lo disse la solita Perla de relato, ivi compresa la somma sborsata (oltre 700 milioni di lire): appartamenti attaccati a piazzale Clodio, su una nota strada in salita che parte da una altrettanto nota gelateria.
Cascini faceva allora coppia stabile con Stefano Pesci, erano dello stesso concorso (1990) ma sembrava a tutti che si conoscessero troppo bene, e quindi da antica data.
L'Agosto del 1990 fu funestato dall'omicidio di Simonetta Cesaroni, nella via che conoscevo di nome come la via degli ufficiali giudiziari: via Poma. E si tratta di un crocevia. ADDE: Ma allora non capii un beneamato nulla e per me la cronaca nera era un se ttore privo di interesse e con categorie penali minori guardato sulle pagine dei giornali con supponenza
§§§§§§§§§§
I rapporti tra Cascini, Pesci, Giovanni Buonuomo (un altro magistrato della Procura circondariale, di cui non si trovano immagini pubbliche) e me non erano cattivi in quell'epoca. In particolare Giovanni era anche un informatico di buon livello, appena venuto dal Tribunale di Savona (già Pretore in precedenza), lasciando ivi figli e moglie, magistrata che lo avrebbe poi seguito a distanza di oltre un anno a Roma dopo l'acquisto della abitazione in zona (Trionfale alto).
Giovanni manovrava già con disinvoltura le macro automatiche ed i modelli del programma MICROSOFT Word, appena immessa la piattaforma windows 1.0 in Italia e nel mondo della sempre ritardataria informatica giudiziaria. Io, pur seguendo anche il suo lavoro, mi ero da poco impadronito del funzionamento dell'ambiente DOS e degli obsoleti 286 e 386 OLIVETTI e del primo 486DX arrivato "a giustificare" la arretratezza tecnologica delle forniture al Ministero della Giustizia. andavo creando un sistema di gestione delle attività/documenti dei magistrati della Procura Circondariale. Usavo un programma DOS preesistente e molto lineare, WS4, e puntavo in modo un pò "arretrato" su una organizzazione meramente sistematica e casistica dei documenti (uno per caso, quindi migliaia di casi), usufruendo di un sistema ordinante di directory e sottodirectory (ad albero, tipo capitoli, paragrafi e sotto paragrafi) e di un programmino che aveva il pregio di far gestire e vedere bene l'albero classificatorio ( XTG).
Buonuomo, anche lui campano, era più avanti a me e sapeva molto di informatica. Il ricordo riferito al CSM tra le righe nell'esposto memoria del 3 novembre 2012, circa la buona conoscenza di un programma (piattaforma di comunicazione denominato TELNET) e di quella "scatola" destinata alla connessione poggiata su un tavolino della sua stanza, è preciso. Come è preciso il ricordo di lui che mi illustrò le caratteristiche da chat primitiva del programma (in realtà era una autonoma piattaforma) e anche l'uso dei nickname, raccontatomi a voce e fattomi vedere dallo schermo verdolino: tutta roba che ignoravo e da ignorante ritenevo dispersiva, inutile ed anche un tantino "buffa".
Ero sposato, mi sarebbe dopo poco nata la terza figlia, e pensavo all'ammodernare il lavoro, a smaltirlo bene e al mio impegno interno alla magistratura [l'impegno interno ed istituzionale non è affatto una cosa impropria per un magistrato, e teoricamente come nella pratica precedente non lo era certo stato: è lo strumento con il quale i magistrati assicurano, riorientano e gestiscono il buon andamento del lavoro e degli uffici, le necessarie valutazioni di professionalità ed altro. M.D. ed io in essa, puntavamo realmente sull'impegno ordinamentale; e sull'assicurare la progressiva indipendenza e la realizzazione del principio costituzionale del "giudice naturale" attraverso garanzie, tabelle degli uffici e vigilanza con controllo obiettivo della professionalità, ].
Nel contesto in cui Buonomo mi aveva elargito due sue conoscenze di TELNET (mi sembra di ricordare che pronunciò solo una volta il nome della piattaforma di comunicazioni) io scarabbocchiavo infastidito disegni infantili su dei foglietti su quel tavolo, e Giuseppe Cascini entrò infine nella stanza, a contrattare come fanno gli uditori giudiziari il suo tirocinio mirato anche con Buonomo. Faceva molto caldo, la nuova stanza di Buonomo dava dalla parte dove batte il sole, e dovevo tornare a lavorare; avevo lasciato a Gianni un floppy quadrato con i miei preziosi (per me), primi documenti ordinati scritti in ws4 e con tanti capi di imputazione da importare nel glossario del modello "Normal" o "decreto di citazione" in WORD per windows (allora ancora giravano anche i floppy "a cerchio", un simpatico ricordo dell'avvio scalcinato della informatica diffusa negli uffici giudiziari).
E tornai nella mia stanza. Lasciando Buonomo e Cascini lì: Cascini curiosamente interessato ad un piccolo foglietto giallo da me insignito di un disegnino a pennarello. Prima che riuscissi a tornare al mio ufficio arrivò nella stanza anche Stefano Pesci che incontrai sulla porta.
A quell'epoca ero un magistrato giovane ma di spicco, impegnato nella costruzione e nella critica agli errori organizzativi dell'ufficio della Procura Circondariale di Roma; ed ero più che mal visto dalla cordata migliorista di MD, da sempre a me avversa.
La sezione romana manteneva ancora una sua indipendenza ed autonomia grazie anche alla presenza di Michele Coiro e dell'area più di sinistra.
Ero politicamente a cavallo tra i due orientamenti e molto stimato da Michele: lui fu uno dei padri fondatori della genuina MD, assieme a noi tanti magistrati perbene.
[UNA CHIOSA TRIBUTO: in mezzo a tutti quelli che ho conosciuto si era stagliato nel 1985, per autorevolezza intellettuale, Marco Ramat: un magistrato "storico" di MD di particolare intelligenza e l'unico a cui attribuivo stima vera, come intellettuale ed uomo, indipendentemente dalla sua collocazione, che gestiva tra l'altro con equilibrio].
Giovanni Buonomo si dimetterà da MD a breve distanza dai due attentati a Falcone e Borsellino entrando nella corrente dei "VERDI" fondata da Falcone; piazzerà un manifesto raffigurante i due magistrati dietro la sua scrivania, e se ne andrà poi via dalla Procura circondariale verso il Tibunale civile di Roma. Regalandomi l'avvertimento amicale: " quello è pericoloso, io me ne vado". "Quello" era sempre Giuseppe Cascini , ma io sapevo di "intrecci personali" o concorrenza "personale" tra loro risalente al 1991, e come al solito, non "allargai" la mia sfera di intuizione: mi mancavano elementi di conoscenza essenziali. Dell'episodio del 1993 quando incontrai davanti al bancomat al piano terra Buonomo e Racheli ( il magistrato che mandava al Sant'Andrea ed a Paolo Girardi e Gabriele Sani i magistrati da "rimettere in carreggiata" ) e sulla battuta a me rivolta "il galletto che fa chicchirichì sul sacco della mondezza" ho già detto in un precedente articolo.
§§§§§§§§§§
Stefano Pesci, era il pendant di Giuseppe Cascini ma di molto più anziano e direi pressochè della mia generazione anche sul piano della formazione "politica". Dopo un pò di mesi da quando lo avevo conosciuto mi disse (nel 1991 credo), anzi mi rivelò (col tono di chi voleva amicarmisi), che era stato un avvocato di "Soccorso Rosso" e politicamente di Democrazia Proletaria: veniva da Bologna ed era sposato con Nunzia D'elia, altra magistrato, anche lei lasciata a Bologna e che lo avrebbe poi raggiunto.
Le uniche cose che accomunavano Cascini, Pesci e Buonomo, per quello che ne sapevo, è che erano tutti e tre magistrati (Buonuomo però del mio concorso), che erano soli a Roma (uno scapolo e gli altrui due single provvisori in attesa degli arrivi di mogli e figli) e che erano campani due e con moglie campana il terzo (Pesci). Roba ordinaria ed insignificante. Gianni era più geniale e simile a me, per certi versi, e un "bell'uomo" (del termine a me riferito, da Cascini, nella primavera del 1995, in pieno piacevole accerchiamento femminile io, tono e contesto, abbiamo già detto).
Ben sei o più uditori giudiziari del concorso del 1990 avrebbero avuto estratti e scelti sei posti a Roma (posti ovviamente messi a disposizione tra le sedi da scegliere secondo ordine di graduatoria, ma era cosa mai successa prima nella storia della magistratura romana), nella Procura Circondariale che aveva pure urgente bisogno di coprire i ruoli. Mentre del posto di graduatoria di Cascini che avevo conosciuto come uditore non avevo alcun dubbio, mi chiesi allora come avesse potuto essere così brillante un avvocato di Bologna, anzianotto e "preso", "occupato" (pensavo) dal lavoro. Se sei un avvocato con attività ben avviata, come è che entri a distanza di molti anni in magistratura rinunciando al tuo avviamento professionale?! Semplicemente non mi era mai capitato di osservare un percorso del genere. Conclusi che aveva inseguito la carriera della moglie, ma era una conclusione provvisoria e col punto interrogativo.
Oggi sappiamo "qualcosina" di più ... che esce per intero dalle nostre vicende, e abbiamo qualche conferma chiara in più ...
"Pesci in ambiente militare , e ..e guarda io però però una cosa di venti anni fa, che è accaduto un fatto però non .. non mi va di dirlo e lo so che era proprio lui in mezzo " ..
"Pesci in ambiente militare , e ..e guarda io però però una cosa di venti anni fa, che è accaduto un fatto però non .. non mi va di dirlo e lo so che era proprio lui in mezzo "
Ma vi è anche un ricordo del 1991 di uno Stefano Pesci preoccupato e furtivo che, nella Procura dei grandi (noi eravamo Procura Circondariale, la Procura dei piccoli, secondo una pessima ironica dizione, profondamente errata), entrava nella stanza di un pubblico ministero serio, Silverio Piro, morto recentemente di un male incurabile. Stavo girando per convocare i magistrati di M.D. della Procura Tribunale ad una riunione di sezione. Allora (non oggi) notai concitazione, preoccupazione, un certo disappunto per averlo io visto girandomi, e un atteggiamento da "topolone" che mi incuriosì.
Oggi che sono "gatto" mi è ovviamente tornato alla mente. ADDE: Allora pensavo a dsitribuire volantini di convocazione ... ).
§§§§§§§§§§
Il 1990 fu comunque anche l'anno della calata/ritorno a Roma di vari magistrati spesso romani, sparsi in varie sedi d'Italia.
Era arrivata alla procura circondariale, però come sarda dalla Sardegna, abbastanza fresca di separazione dal marito giurista e professore di diritto romano DILIBERTO (sì, proprio il DILIBERTO politico e poi Ministro di Giustizia ), Delia Cardia (senza immagine fotografica pubblica), figlia del senatore PCI Cardia di Cagliari. Quello che mi stupì più volte era la conoscenza anche antica e direi abbastanza carbonara in alcuni atteggiamenti, della Cardia con Cascini e Pesci. Arrivai persino a pensare ad un rapporto segreto col primo, poi escluso come ipotesi "rilevante". Appartenevano con legame forte ad un'area comune, pensai allora politica; perchè ragionando con categorie del visibile politico, rimanevo solo interdetto dal fare carbonaro con cui avevo notato si convocavano a volte tra loro per discutere. Oggi definirei quelle convocazioni, senza mezze misure, come quelle di una "cellula"; allora non l'avrei nemmeno immaginato. Una "cellula" che oggi si è in cospicua parte trapiantata anche nella direzione distrettuale Anti-MAFIA della Procura di Roma (si indagano tra di loro viste le molteplici "appartenenze" ??) .
Anche Delia Cardia fittò e poi acquistò un appartamento nella Roma centrale del potere politico e non solo politico, la Roma della sinistra PCI ed affiliati esterni, in zona Campo dei fiori. [A campo dei Fiori in affitto abiterà il futuro professore associato di economia ed "amico" dalla prima elementare, Fabio Ravagnani: "magriano" (da "Lucio Magri") come lo erano Tony Stellato, Sandro Galiena, Carmine Fotia e via dicendo, ma lui elettivamente legato a Famiano Crucianelli, di sui si raffigurava essere figlioccio, ed allievo del professore Garegnani con casa a Trastevere, campo dei fiori se non erro, pure lui].
§§§§§§§§§§
Alla Procura circondariale di Roma arrivò Pierfranco Bruno, da Pescara, dopo una lunga e ben organizzata permanenza, inizialmente osteggiato da una banda di inferociti sostituti, sovraccaricati di lavoro, sol perchè si era presentato con una spalla lussata e aveva preso due mesi scarsi di aspettativa. Un ragazzone lievemente strano, astuto ma non brillante, figlio del Bruno aggiunto della Procura di Roma, poi avrei saputo ... discendente di una importante famiglia che ho definito ( vista l'ambientazione ) giuridico-massonica. Poi si è distinto anche per un'ultima attività che lo ha scoperto. Ma avevo già notato ben altro.
|
§§§§§§§§§§
Arrivò poi Nunzia D'Elia, moglie di Stefano Pesci:
e si formò così il quartetto D'Elia-Cascini-Pesci-Cardia: quartetto attivo in crescendo nel 1991, soprattutto nei pettegolezzi. Ricordo che una volta a fine 1991 D'Elia (e tutti sapevano del mio antico e professionale impegno nel settore della sicurezza sul lavoro) con fare intrigante aveva criticato con me un mio capo di imputazione su un infortunio sul lavoro, con osservazioni palesemente non pertinenti e non efficaci. Neanche replicai, pensando: "ma questa a che titolo dice una cosa del genere, oltretutto palesemente artificiosa?!". Analogamente Cascini, con fare che dire saccente sarebbe poco, fece (credo nel gennaio 1993) allusione di analoga inconsistenza ad una mia attività nel Consiglio giudiziario della Corte di Appello di Roma, avendo io redatto un parere stra-favorevole su un Pretore del lavoro, semplicemente riportando nel parere che vi era stata una allusione negativa del Pretore del lavoro dirigente. Della guerra in corso nella Pretura del lavoro di Roma non sapevo nulla, e di Cannella nemmeno.
Ma Cascini sembrava aver trovato un "neo" mio. (Estetista, dermatologo o insufflatore di dubbi e maldicenze "ad scalandum"?!).
Nell'Aprile del 1991 ci furono le elezioni per i membri del Consiglio della Corte di Appello di Roma, in liste bloccate (si votano solo le liste sostanzialmente, tutti a pari voti) ed io avevo preso fuori sacco e più degli altri oltre una quarantina di voti (mi sembra 42). Un fatto atipico mai successo.
§§§§§§§§§§
Arrivò poi Giuseppe de Falco, oggi PROCURATORE a Frosinone, col "de" minuscolo (nobiliare), come mi fece notare un paio di volte con sussieguo infastidito nel firmare uno dei tanti documenti da me stilati e sottoscritti da quasi tutti, con tanto di legenda delle firme accanto: non si poteva esimere, tra il 1990 e la prima e seconda metà del 1991.
De Falco fece divenire subito il quartetto un "quintetto", e dei cinque era il più scivoloso e sfuggente: mai intellettualmente o ideologicamente un pò più brillante, con un profilo pubblico medio. Loro crearono l'alone dell'intellettuale intorno a De Falco, io non ho mai stimato le cose che scriveva in diritto perchè ordinate e "pulite" ma didascaliche e scolastiche dal mio punto di vista. Le cose che scriveva poi in materia di sicurezza erano altresì palesemente astratte e prive della linfa e profondità di chi applica settori normativi concretamente, e con efficiente professionalità mirata al risultato. Attività para-intellettuale separata, da carriera accreditata, in parallelismo perfetto al mio concreto lavoro e ruolo nella sicurezza e salute del lavoro: ritenevo e ritengo insomma che fosse un'attività para-intellettuale destinata solo a fini di circuiti "ristretti" interni ed altro sopra detto. Una certa mia esperienza nel mondo accademico di produzioni "librarie" troppo intense ... mi lasciava infine scettico: mentre si fa il magistrato a tempo ipoteticamente pieno poi come si fà ad essere così "prolifici" ?!
Una conferma generale sulla catena di montaggio la ebbi da un noto esperto di sicurezza che sapeva morte e "miracoli" di settore, della Pretura, Procura Circondariale e poi Procura di Roma.
Ero io un "artigiano", self made, invece ( blog in costruzione ).
Ma ho sottovalutato un libretto con autore Giuseppe de Falco sul MOBBING del 2006 o 2007 mi sembra, di quelli da "catena di montaggio", mi fu fatto intendere da Agostino, che me lo portò in visione, allusivo .
E mobbing orizzontale e verticale e protocolli sono "parenti": uno pubblico, gli altri segreti.
De Falco fu il primo lucido e manipolatore ad applicare oralmente davanti a me il "protocollo", in una riunione dei colleghi di MD da me convocata per illustrare i fatti da Cecchignola in poi e almeno il contenuto di quella che sarebbe stata la futura denuncia a Perugia, riunione tenuta nella stanza di Delia Cardia: con melliflua e affatto duttile insinuazione formulò l'ipotesi che avevo bisogno di riposo e ovviamente, come alla "Ferrara maniera" (Giovanni Ferrara il Procuratore di Roma oggetto della mia denuncia del 7 marzo 2011), lasciò intendere ai presenti che mi occorreva assistenza ... Ovviamente l'ottanta per cento dei presenti era claque contigua e non avevo più il polso esatto della situazione della corrente interna.
Solo tre mesi prima Simonetta Ferraro, aveva velenosamente fatto pressione su di me, in una telefonata , esclamando e svelandosi, con fare intimatorio ( risibile) "sei solo contro tutti". La frase indicava la "condivisione" e la scelta predeterminata di farmi fuori dopo aver cospirato per decenni, non potendosi questi apparati sotterranei permettersi che la cosa mia divenisse pubblica nè, tantomeno, che ne divenisse pubblica una analisi completa e dettagliata. Ma significava solo che ero accerchiato da un apparato potente e "criminaluccio" , condiviso, che contava sul mio isolamento totale.
Cascini, e ancor più Pesci e de Falco, soffrivano particolarmente il confronto pubblico con me, sia in sede tecnico professionale (specialmente in organizzazione e gestione informatica e in materia di sicurezza e salute del lavoro) che in sedi istituzionali e politiche esterne non alla portata intellettuale ed oratoria della micro-cordata, che pure si andava lentamente allargando sempre facendo da claque a sè stessa.
§§§§§§§§§§
lentamente e letteralmente assorbiti, ma ricollocati all'esterno dalla cordata che saldava, omologava e a mio avviso inseriva in circuiti prima talvolta a loro ignoti i magistrati ( conservo un ricordo preciso nel 2002 di un mutamento visibile di immagine e atteggiamento di Sabelli che mi aveva all'epoca colpito .. ). Attualmente dal 2011 si palleggiano ruoli, scalata e attività : la cordata della procura romana ... al "poder" ... ma sino a quanto ?!
E quando le due Procure vennero unificate, nel 2000 dovettero subire "l'onta" ennesima di un ruolo mio importante di ausilio diretto alla organizzazione complessiva ed informatica dell'ufficio unificato, e scalpitavano , eccome se scalpitavano...
Quando nel novembre 2012 Paolo Auriemma in una telefonata sempre registrata disse a me che " il quadro di insieme era chiaro" anticipando il provvedimento finale progettato da anni, capii , letteralmente indignato di quell'atteggiamento ipocrita e "criptico", che ero stato realmente accerchiato da tanti anni e potei ipotizzare che persino le visite di Gallo a Maria Cordova a questo servivano, nell'aprile del 2011, anche. Si doveva nascondere l'ordito, fallito intorno alla Cecchignola, ad ogni costo.
Nel CSM oltre a Paolo Enrico Carfì, l'AVV CALVI c'era nel 2011 anche Vittorio Borracetti, l'alter-ego di Claudio Castelli, alternatosi come segretario di M.D., una M.D. ignota alla gran parte dei magistrati per bene che aderivano ed aderiscono a valori ed idee.
Avv prof. Calvi |
Vittorio Borraccetti |
§§§§§§§§§§
Sarète entrerà in uno stato di palese confusione e stordimento nei primi due mesi del 1992: all'epoca mi riferì di curiosi episodi su cui lei rifletteva preoccupata, compresa una incursione in dialetto napoletano e una "manàta lì", mentre su un motorino percorreva l'olimpica da Montesacro in direzione di piazzale Clodio. Viveva sola a Montesacro, e ciò facilitò l'approccio di Giuseppe Cascini; e credo che la sua presenza in una delle due case accanto a piazzale Clodio fosse stata diremmo "agevolata" da accadimenti di cui lei aveva una qualche confusa preoccupazione. Preoccupazione che invece a me, povero deficente, apparve allora smodata ed incomprensibile. Ora mi consta che vi siano le condizioni per cui lei possa essere retroattivamente meglio consapevole, dopo una separazione legale ingaggiata con l'uomo pericolosetto sposato, definito come fu definito "un mariuolo" da Michele Coiro parlando con me seduto al bar dietro gli uffici giudiziari nel febbraio 1995. Mi chiedo ancora perchè Michele non mi disse di più quel primo pomeriggio.
Nel novembre 1991 vi fu una scena indimenticabile: Giuseppe Cascini nella sua stanza da "piemmino", che scoppia in un breve pianto anche un tantinello nevrotico e malato e mi dice: "lascia perdere Sarète, ti devi togliere di mezzo...ti devi togliere di mezzo". Replicai stupito e diretto: "ma di che parli ... ma fai sul serio ?!" spiegandogli che io non ero "in mezzo", e lo lasciai lì seduto alla sua scrivania. Ero andato da lui, come facevo con tutti, a portare un breve documento per organizzare l'assemblea dei colleghi.
Quello che accadrà dal 1992 in poi è "anche" frutto di questa miscellanea di umori e vicende "personali" .
Cascini ottenne l'ambita preda attirata nella sua ragnatela anche immobiliare, e la sposò; e l'unica volta in cui misi piede già single io nella casa di Sarète durante una piccola festicciola-ritrovo dei magistrati della Procura in particolare, notai uno stato confusionale di Sarète nella cucina: me ne preoccupai, ma pensai ... sono affari suoi. Me ne pento, occorre essere sempre attenti a chi ci circonda aiutandolo se possibile, nei limiti del possibile.
Sarète nel lontano 1995 (già trasferitasi dal 1994 dalla Procura ad altro ufficio giudiziario) alluse esplicitamente a possibili trame, e mi disse "con questa storia che sei un bell'uomo e piaci alle donne, ti farai mettere in mezzo" .... nei guai. Lo disse un pò acida ma non per sua propensione personale, mai vissuta concretamente: mi avvisava e metteva in guardia a modo suo, e sembrava mettere l'accento su un costume di vita da single . Io dal canto mio non potevo capire, ma appiccicai il post-it giallo alla mia parete cerebrale.
Era l'anno di Cecilia, Laura e poi la Silvia Canali.
Nel 1992-1993 si era distrutto il rapporto di coppia con Daniela: la prima ragazza, donna e moglie della mia vita per ben 20 anni, a contare i tre anni del liceo. Era venuta dal Giulio Cesare del Parioli-nomentano-corso Trieste, in primo liceo all'Orazio, ma ci conoscevamo sin da ragazzini nel quartiere Montesacro. Nel 1992-1993 ancora non capivo bene cosa fosse successo e nulla sapevo degli "intrecci" di cui avrebbe scritto il CSM nel 2012, lasciandomi esterrefatto persino dopo. Ma nel 1992-1993 colsi le attività di un fratello , l'AVV. Marco Ferraro, che non valutavo e da cui mi distanziavo anche a tutela del mio ruolo indipendente. Anche lui assurse nel 2009, dopo tentativi falliti, a provvisorio e parziale vincitore: novello Pirro di una cordatta di Pirri, una partita volta alla distruzione di uno dei migliori, estraneo per vocazione ed indipendenza ad apparati mariuolate e cordate massoniche: una partita caratterizzata da una "eterogenesi del fine ", e che veniva da lontano.
.
§§§§§§§§§§ §§§§§§§§§§
Nella Procura circondariale era arrivato il giorno prima della data della sua "nascita" istituzionale, con il nuovo processo "accusatorio", il 23 ottobre 1989, Giuseppe Corasaniti: lo conoscevo all'università dal 1976. Saremmo divenuti insieme a Giuseppe Amato, anche lui magistrato e anche lui nella Procura Ccircondariale, collaboratori assistenti volontari della cattedra di diritto privato nel 1980. Chi fosse e quale curriculum avesse Giuseppe C. lo potete vedere sulla rete, ma potete immaginare come patisse il confronto diretto con chi vi scrive. E sin dall'epoca dell'Università. Viaggiavo, come dirà l'11 gennaio del 2011 il "faceto" psichiatra dott. Paolo Girardi, (ma già allora), "alla velocità della luce" ed ero il "pirotecnico" ( così mi definiva ripetutamente il professore dinanzi agli occhi smarriti e cupi degli altri assistenti volontari giovani, assistente volontario io, già impiegato pubblico dal 1976). Tra di essi e futuri magistrati GIUSEPPE AMATO, GIUSEPPE CORASANITI ma anche e direi soprattutto DONATELLA FERRANTI
(quest'ultima più strutturata, determinata e, per sue doti, ancor più consapevole delle mie caratteristiche e doti: mi inviterà ad un convegno a Viterbo nel 1988, e l'eco dei complimenti suoi e l'atteggiamento ed osservazione pubblica in quel convegno e subito dopo la mia relazione. del suo mentore politico in magistratura MARCO PIVETTI - attuale Presidente della sezione
tributaria della Corte di Cassazione- ancora li ricordo: stima fuor di misura quasi esagerata dopo la mia relazione intervento su un tema generale, localizzazione delle opere publiche e tutela dell'ambiente, con riferimenti infine anche alla edilizia penitenziaria. Un ricordo questo mio non secondario:
Donatella diverrà prima segretario del CSM poi parlamentare poi presidente della Commissione Giustizia della Camera, appartenendo al gruppo parlamentare del PD e relativa commissione gisutizia. Lei e Marco Pivetti sanno, sapevano e sapranno esattamente chi sono e quanto valgo e valevo... e lui stesso, nemico mio infine dichiarato dall'epoca della cacciata ad opera mia di Cascini e Pesci dalla segreteria di MD nel 1994, non ne faceva mistero già nel 1988.
E' Marco Pivetti (senza immagine fotografica reperibile in rete ) che guiderà negli anni novanta l'ascesa di questo "apparatino" in forte scalata, ed io che arginerò o tenterò di arginare sino al 2004 solo alcune nefandezze, su una sponda diversa, idealmente.
Non avrei mai accerchiato con metodi criminali nessuno, e tantomeno tentato di far fuori "per stima" un uomo: alcuni si ergono sulla eliminazione dell'altro, specie se migliore, così come fece D'Alema con Occhetto. A me mancava allora la chiave di lettura storico strategica, e quella "sotterranea".
Il resto è analitica recente e generale informazione e storia.
Novum purgamentum ( Nuova mondezza ) . DUE SCHERZOSI E VIRTUALI CONCORSI PER SDRAMMATIZZARE Posted on 12 marzo 2014
Novum purgamentum ( Nuova mondezza ) . DUE SCHERZOSI E VIRTUALI CONCORSI PER SDRAMMATIZZARE Partecipate commentando e valutando ( in astratto ed in anonimo) secondo logica e criteri : è un gioco serio e si chiama accerchiare insieme con intelletto e coraggio il “pergamentum” che si è incistato nel cuore dello Stato ). PARTE PRIMA. Alle 00.05 del 14 gennaio 2014 si … Continua a leggere
IL TERZO VIDEO AUDIO . Una attività orchestrata allo scoperto per distruggere Paolo Ferraro . In troppi sanno chi siano il pessimo autore & company ” .
Una attività orchestrata allo scoperto per distruggere Paolo Ferraro. In troppi sanno chi siano il pessimo autore & company IL TERZO VIDEO AUDIO I tre brevissimi frammenti audio del primo audio video che ascolterete in automatico per pochi secondi servono a farvi rendere conto immediatamente (voi che lo conoscete personalmente) di chi sia “JESUS FRANCO”. L’autore di una ennesima e delle … Continue a leggere
IL QUARTO VIDEO AUDIO. La macchinazione autoimplode. IL TENENTE COLONNELLO ANDREA RAFFAELLI, Il MAGISTRATO GIUSEPPE CORASANITI, l’Avv. PAOLO FRANCESCHETTI e IL MAGISTRATO PIER FRANCO BRUNO . E ROSSI e PESCI e CASCINI e vari spezzoni di una attività criminale persecutoria.
IL QUARTO “micro” AUDIO. La macchinazione autoimplode. E POI IL TENENTE COLONNELLO ANDREA RAFFAELLI, Il MAGISTRATO GIUSEPPE CORASANITI, l’Avv. PAOLO FRANCESCHETTI e IL MAGISTRATO PIER FRANCO BRUNO . E ROSSI, PESCI E CASCINI .. e vari spezzoni di una attività criminale persecutoria. Leggete, ascoltate memorizzate e poi riverificate, ascoltando, e chi capirà non si senta troppo male, inorridendo. Nel corso della …Continue a leggere
I DIAVOLI IN TERRA FANNO LE PENTOLE MA NON I COPERCHI E SONO ANCHE IDIOTI.
IL DIAVOLO FA LE PENTOLE MA NON I COPERCHI. I “DIAVOLI” IN TERRA POI SONO ANCHE IDIOTI. “Beep Beep stana una filiera di willy cojotes” BORDER NIGHTS: una bambina innocente, due professori universitari di diritto ed economia, folli e malati, la madre della bambina, un ufficiale che lavora anche per i servizi, nell’ombra, due co-conduttori della trasmissione radio e Paolo Ferraro … Continua a leggere
§§§§§§§§§§
Dalla direzione Generale degli Istituti di Prevenzione e Pena del Ministero di Giustizia, arriverà sempre nell'ottobre 1989 alla Procura Circondariale Salvatore Vitello, alias Filippo: un personaggio palermitano, militare a cavallo della vincita del concorso in magistratura 1983, e sarebbe per questo entrato concretamente solo col mio corso del 1984 ( !! ): di medio profilo, manterrà invece ruoli di potere e presenza ministeriale forte che abbiamo già dettagliato in un precedente articolo e video audio .
I MINISTRI OMBRA E L'OMBRA DEI MINISTRI. La telefonata del 24 gennaio 2011 al consigliere Salvatore Vitello.
Un ruolo da eminenza grigia ancor più sotterraneo di quello di Pesci e del peso "sub-istituzionale" forse maggiore di quello di Cascini.
Di tutto quello che ho saputo e potrei enucleare didascalicamente, racconto qui solo un suo ripetuto alludere alla "bella mogliettina che avevo", "peccato che vi siete lasciati", frasi centellinate e ripetute a distanza di due o tre anni sempre con fare affettatamente paternalistico e direi neanche tanto impercettibilmente allusivo. Non era e non è un Andreotti, e invece di monitorare mi aveva fatto ripetutamente insospettire ... senza conclusioni mie, poi raggiunte. Nei vent'anni dal 1992 al 2011 mi sono sempre ben guardato dall'illustrargli fatti e sospetti ragionevoli e dal fargli capire alcunchè. Così ho raccolto sei o sette "fogliettini gialli" "post-it utili" (come li chiamo), e l'ultima telefonata in cui rientra in argomento con suggestione accorta del tipo "quando si lavora ... così tanto vanno in crisi i rapporti di coppia". Sotterraneamente investigavo, senza saperlo, solo "osservando" di fatto per venti anni e memorizzando attentamente, la qual cosa mi viene naturale; così mi sono ritrovato ad accertare o capire tante cose.
Sicchè hanno imbastito quello che hanno imbastito, così contortamente e con attività complesse, e alla fine protocolli di "ultima specie"; ma senza potermi affondare definitivamente, da ultimo. In parte li aspettavo al varco, ma da persona sana: distinguendo sempre tra dati, fatti, sensazioni obiettivabili, intuito e vaglio critico. Niente paranoie, per loro odierna disgrazia.
E mai, dico mai, una logica amico-nemico : assertivamente solo idee, valori, azioni, realizzazioni.
E mai, dico mai, una logica amico-nemico : assertivamente solo idee, valori, azioni, realizzazioni.
§§§§§§§§§§
Ma la figura che va ora NECESSARIAMENTE tratteggiata è quella di Fabio Ravagnani (di cui non si trova immagine "fotografica" pubblica): "l'amico di infanzia", elementari medie inferiori e superiori insieme, un padre architetto, famiglia paterna nel cuore del Tufello, separazione burrascosa del padre dalla madre nel 1968. Una leggenda familiare o realtà su un padre violento, e altre cose più delicate mai indicate chiaramemnte. Fabio intelligente ma strano, per alcuni versi, che mi porterà con lui nel 1968 a vedere il film di Polanski "Rosemary's baby"; lui era consapevole, mentre io entravo a vedere il film per una mera curiosità senza collocarlo se non nel limbo del cine-amatoriale (e per entrare raccontammo di avere già 14 anni).
Fabio Ravagnani con un "padrino" di Torino (chi fosse non lo ho mai saputo), Fabio "studioso" di economia in crescendo, che riceve borse di studio e comincia a viaggiare nel mondo e negli Stati Uniti a ventidue anni, e che seguirà corsi di specializzazione per anni ed anni a Cambridge. Fabio di cui e del cui sviluppo personale sapevo poco negli anni ottanta, ma che ritenevo affettivamente il mio amico di infanzia di sempre. Fabio Ravagnani che, dopo un periodo all'università di Frosinone (dove era diventato procuratore capo Giuseppe de Falco nel 2009, mentre Nunzia D'Elia diveniva Procuratore Aggiunto a Latina e Paolo Ferraro veniva sottoposto ad un sequestro di persona e ad una attività criminale ormai dettagliatissimamente illustrata a "pubblico qualificato"), vedrà improvvisamente accelerarsi la sua carrera universitaria nel 2012.
Fabio Ravagnani , che monitorò nel 1992 la crisi che credevo di coppia con Daniela insieme a Sandro Galiena avvocato e solerte amico, e che monitora insieme a Sandro l'ingresso nella mia vita da single di una avvocato Laura (importante), andandola a vedere nella manifestazione di destra (!!) in quel del marzo del 1995 in piazza di Montesacro, mentre Sandro la incontra a studio suo e in zona corso Trieste verso le 12 e io a stupirmi delle casualità. Lo stesso Sandro Galiena che nel balcone di casa sua (presenti Fabio e Tony), anno 1985, osserva che "Daniela era la mia ancora a terra indipensabile" essendo io un "areostato" (percepii allora, distintamente entrambi i concetti : atto a volare alto ma al contempo che si poteva far perdere nel cielo, togliendogli l'ancoraggio).
Sempre Fabio Ravagnani monitorò la vicenda della Cecchignola intervenendo attivamente, "chiamato" dall'avv. Petrucci Luca (quello della trappola di Cancrini e della semi confessione al volo del 2010, anche lui del MANIFESTO poi divenuto dark o se preferite rosso mattone tendente al bruno condiviso, parlando di politica .. sotterranea). Andarono a visionare domenica 14 novembre 2008 la casa della Cecchignola e proprio Sabrina, che reggeva una difficile parte, e che era anche minacciata nel vivo ("mi toglieranno il figlio" - n.d.r. se parlo - diceva, anche dopo il primo incontro con Cancrini).
Fabio Ravagnani delle cui troppe domande terrò nota, e che teneva a sapere come mi stessi muovendo nel 2008 2009 ma soprattutto nel 2011 e 2012; e che ci teneva a farmi sapere che dovevo smettere di analizzare pubblicamente, a due passi dall'aggressione clamorosa mediante istanza di nomina di amministratore di sostegno (così scoprendosi per i non-argomenti che usava e che lo appaiavano all'ex Procuratore di ROMA e Procuratore Generale della Corte di Appello di Roma Salvatore Vecchione).
PARTE SECONDA: 1992. Una trama, non solo romana, anche intorno al magistrato Paolo Ferraro, e la ritirata dalla Corte Costituzionale di Marco Pivetti e Agnello Rossi.
Nel gennaio/febbraio del 1992 venni chiamato dalla Presidenza della Corte Costituzionale a far parte di un gruppo di lavoro creato dalla Presidenza stessa, cumulando così il lavoro al Consiglio giudiziario e il lavoro in Procura al nuovo impegno, e scegliendo di non chiedere esoneri di alcun tipo.
Ero reduce dagli scontri interni su Falcone nella sezione romana di MD, da me ormai dettagliatamente illustrati nella loro effettiva portata. Portata nascosta all'opinione pubblica, prima che ne svelassi reali contesti, e capita da me bene solo dopo quello che ho patito e poi adeguatamente ricostruito.
E accadde un fatto "imponderabile" normale, ma anche da protocollo di destabilizzazione affettivo familiare. Tra il febbraio marzo ed aprile del 1992, direi improvvisamente, mia moglie Daniela viaggiava trasognata ed estatica tra le pareti di casa e la mattina volava al lavoro. Poi saprò da lei che le avevano dato un badge a parte per uscire liberamente a febbraio "vista la riorganizzazione interna", e che usciva dall'uffìcio ogni giorno per tutta la mattinata (a Porta Pia, e si recava in zona Parioli Nomentano, Corso trieste, facendo stampare le foto delle vacanze, andando al bar sempre a tarda mattinata e così via, come da numerosi scontrini ovviamente visionati per capire se potesse succedere qualche cosa alla moglie di un magistrato in vista... ). Una esplosione di fuoco ad aprile e la mia "rincorsa" di sensuale amore: eravamo una coppia storica e io persona aperta, addirittura reduce da un percorso decennale con "reciproche" concessioni (ci eravamo sposati giovanissimi ed in epoca "libertaria"), ma la situazione si andava sgretolando e poteva forse sembrare una normale crisi da "invaghimento" ed annessi. Poi Daniela farà esplicitamente intendere che non di quello si trattava, e quindi di "un" ben altro che iniziò ad illustrarmi parlando di sue uscite con quattro colleghi: racconto che io interruppi subito. Più importante forse fu sapere che l'avevano messa in stanza con un Giovanni di una potente famiglia cattolica, parente di un vescovo ed in odore di poteri forti di Chiesa. Ma allora la informazione trapelata non mi significava nulla. Nella settimana di fuoco primaverile del 1992 (amore), alcuni comportamenti ... intimamente accresciuti e sviluppati, ma raccolsi anche alcune frasi incomprensibili e strane, pronunciate con tono trasognato; "io prendo quello che viene " e in precedenza " io ne ho bisogno tutte le mattine verso le 11" (nomenclature tipiche .. bah ?! sempre in tono trasognato ... per me era "arabo", da imputare semmai ad una tempesta ormonale impensabile solo un mese prima).
La mia interpretazione banale ed ordinaria, allora, fu quella che immaginate; ma era e si rivelò inadeguatissima.
In piena crisi "mia" di coppia esplodevano le bombe di Capaci e poi di via D'Amelio, e resistetti nella coppia un bel pò; "lasciato solo", e nonostante o forse proprio per la bomba affettiva deflagrata a via Tilli, che mi rese impossibile costruire altri rapporti veri e una qualunque alternativa. Sicchè nella più nera disperazione ricorsi anche, ricordo, a rimedi antichi: mi univano anche tre bambini cui volevo molto bene (Francesco e Federica "certi" di data e antefatto: Francesco voluto programmaticamente sino in fondo, una partita della semifinale di coppa del mondo del 1982 ed il seguito dopo, in tenda a Villasimius, e Federica, un 6 gennaio 1990 la notte a casa senza bambini, dopo una festa da Stefano e Patrizia, amici montesacrini di Daniela dalla pubertà ed anche miei, direi per bene per non accomunarli in alcun modo nel racconto dettagliato e preciso che sto facendo. Una analisi e racconto necessari, alla luce di tutto quello che è emerso con prove dirette, affinchè tutti possano capire meglio, immedesimarsi entrando in empatia e quindi sentire e comprendere a fondo ).
Immancabili nel "monitorare" e nella presenza assidua i tre del nucleo montesacrino del MANIFESTO "dark", e segnatamente tra essi Fabio Ravagnani con il suo amico dai lontanissimi tempi dell'InghilterraRoberto Ricci e l'avvocato futuro Sandro Galiena; ricordo un pomeriggio a casa mia con presente Daniela, a crisi e destabilizzazione avviata, che teneva riservatamente un'aria sorniona, per me incomprensibile e che notai stupito. In realtà era del tutto plausibile e ovviamente non sgradita una partecipazione amicale loro, ma che ne sapevo io di cosa covava sotto le ceneri ?!
Mio fratello Marco Ferraro tentò di attivare una trappoletta nella mia sfera con l'ausilio di mia sorella Simonetta Ferraro (un mio delirio di gelosia .. sic!). E mia sorella era la stessa che in piena anoressia era venuta a trovarmi la estate del 1990 al CIRCEO al mare, lasciandomi lievemente stupito. E poi ci sono molte altre cose: ascoltai infine la telefonata di Marco Ferraro a mio padre del 1993 alzando la seconda cornetta della casa paterna, e avevo osservato un iniziale muoversi comune con Daniela Plocco sul protocollo da costruire.
Non intravedo nessi concreti e precisi con il fattaccio del magistrato della Corte Costituzionale, ma sono cose che mi lasciano oggi riflettere persino su quei fatti, diversi.
Non intravedo nessi concreti e precisi con il fattaccio del magistrato della Corte Costituzionale, ma sono cose che mi lasciano oggi riflettere persino su quei fatti, diversi.
Ed è la intera rilettura di strategie criminologico-psichiatriche e/o mediante dinamiche orientate interferenti nella sfera psico affettiva ( Tavistock e altre scuole ) e dagli anni novanta in poi, che contribuisce a un non peregrino banale punto interrogativo.
Il fatto esploso dagli uffici della Corte Costituzionale non avveniva nella casa della funzionaria dal meraviglioso "viso rinascimentale" e funzionario marito, che pure vivevano vicino al Divino Amore, ma soprattutto non era nato in un qualsiasi ufficio pubblico.
Mesi prima avevo incontrato ad un baretto su via nazionale vicino alla Corte Costituzionale Agnello Rossi, che mi sembrò letteralmente stravolto e anche un pò verdolino in viso. Inoltre sapevo per certo che il presidente della Corte, pur essendo un vero giurista autore di una celeberrima giurisprudenza "genovese" e poi di Cassazione, era letteralmente inviso alla cordata migliorista che ne sparlava per come avesse raccolto persona per persona i voti dei magistrati di Cassazione per la sua elezione a giudice costituzionale. E alla Corte era anche addetto fuori ruolo Marco Pivetti, la "eminenza" dell'ala migliorista e dei lavoristi romani ... anche lui del quartiere nomentano alto-viale Libia-Corso Trieste, la Parioli allargata dove stavano quasi tutti.
Mesi prima avevo incontrato ad un baretto su via nazionale vicino alla Corte Costituzionale Agnello Rossi, che mi sembrò letteralmente stravolto e anche un pò verdolino in viso. Inoltre sapevo per certo che il presidente della Corte, pur essendo un vero giurista autore di una celeberrima giurisprudenza "genovese" e poi di Cassazione, era letteralmente inviso alla cordata migliorista che ne sparlava per come avesse raccolto persona per persona i voti dei magistrati di Cassazione per la sua elezione a giudice costituzionale. E alla Corte era anche addetto fuori ruolo Marco Pivetti, la "eminenza" dell'ala migliorista e dei lavoristi romani ... anche lui del quartiere nomentano alto-viale Libia-Corso Trieste, la Parioli allargata dove stavano quasi tutti.
Quando a luglio inoltrato parlai al Presidente della Corte Costituzionale per cinque minuti e gli dissi che mi si era aperto inaspettato un fronte interno, lui fece un parallelo niente affatto banale con la storia che aveva schockato la Corte Costituzionale e mi disse con aria intelligente e non paternalistica "occorre stare attenti .. bene .. a quello che accade negli ambienti di lavoro di questi tempi". Dal tono voleva dire ben di più ...
Pivetti e Rossi si "ritirarono" dalla Corte, rientrando in ruolo ....
TORNANDO INDIETRO ALL'AGOSTO 1990 ... e state ben attenti ...
Ignaro ero io, ignari erano tutti. Ma quando nell'estate del 2013 un amico "informato" mi illustrerà alcune dinamiche e piste criminologiche facendo una ipotesi consistente su di me ... e sulla ipotesi della creazione artificiale di un profilo patologico-criminale, riflettei e rimasi incuriosito sino alla mattina dopo (si nuotava al mare). Era l'unica ipotesi che in effetti potesse dare una qualche spiegazione globale a quel pateracchio di balle diagnostiche in crescendo e poste in nuce come spunti artificiali sin dall'inizio, e quella ipotesi poteva illuminare la direzione cui apparivano quasi mirate.
Si ricordava lui, come mi ricordai io, di un disegno di un pupazzo margherita lasciato o trovato sul luogo dell'omicidio di Simonetta Cesaroni, e mi ricordai o mi disse lui di un qualcosa di simile lasciato e fatto trovare dopo il furto al caveaux della banca di Roma svariati anni dopo, all'interno del palazzo di giustizia (palazzina B) di piazzale Clodio. Un chiaro segnale, con coinvolgimento di criminalità non di basso livello: a Roma come si alza il livello si arriva ad eversione nera, di solito. E ai servizi, deviati quasi sempre. Quel disegnino di pupazzo margherita mi ritornò alla mente come non solo visto su un quotidiano, ma facente parte di quel pomeriggio accaldatissimo, nella stanza del collega super informatico ... La chiacchierata estiva del 2013 ha colorato di una nuova ulteriore luce le mie riflessioni. Poi grazie ad una informata avvocatessa molto "organizzata" ho rimediato una interessante pubblicazione che propongo a tutti ... ma soprattutto agli investigatori e pubblici ministeri seri e professionali ....
"Mi scuserete" se sono disordinato e parto dalla pagina tre .. BEN INGRANDITA . Di seguito rimetto tutto in ordine di pagine ..
|
Certo ripensando al mio ruolo, ai riconoscimenti ed alla marcia da me innestata, e alla frase "sei uno ingombrante da eliminare" con ghigno moderato elargitami da Giuseppe Cascini nell'autunno 1991, prima che iniziasse una riunione di M.D. , qualche dubbio più consistente mi sarebbe dovuto venire nel 1992. Ma lesinavo ipotesi e supposizioni non avendo elementi concreti verificabili, e quando raccogli i cocci affettivi .. sei obiettivamente distratto.
Oggi le cose sono completamente diverse, e persino le sorti di allora di Sarète (da almeno due anni "liberatasi" mi è stato confermato), Sarète stessa le potrà leggere in modo diverso.
PARTE TERZA: 1995. Un assurdo agguato disciplinare fallito ed il piacevole accerchiamento femminile: tre ruoli individuati ricostruiti.
Quando nel maggio-giugno 1994 avevo terminato una mia "invenzione" automatizzata chiamai il collega Adolfo Di Virginio nella mia stanza e gli illustrai idee, metodo, mezzo (il programma compilato), facendo vedere qualche piccolo esperimento coi miei fascicoli e relativi database estratti dal registro generale informatico.
Adolfo che è persona intelligente, pur non essendo informatico capì al volo. Illustrai al Procuratore l'idea (eravamo in conflitto "storico" sulla specializzazione, per me necessaria tra i PM, ma da lui aborrita dichiaratemanet per il pericolo del crearsi di sacche di potere ingestibili) e la sperimentazione ATZ partì. Presi in meno di quattro mesi svariate migliaia di fascicoli per reati automatizzabili, completai il programmino e gestii le modalità di classificazione codificandole (si trattava di aggiungere alcuni brevi codici nel registro generale in sede di immissione delle notizie di reato preclassificate). Il programma faceva tutto da solo con un click e produceva completi tutti i provvedimenti necessari alla gestione del fascicolo: ATZ il canale e flusso dei procedimenti (AutomaTizZati). Funzionava. Per poter gestire lavoro attuativo e contemporaneamente i seimila procedimenti avevo chiesto di poter restituire poco più di un migliaio di pendenti, già tutti prelavorati sinanche nel capo di imputazione e molti in attesa di sola data di udienza.
A ciascun PM vennero riassegnati tra i trenta e quaranta procedimenti miei prelavorati, moltissimi. La cosa non fu nè compresa nè gradita. Uno dei PM, proprio il GIUSEPPE AMATO che mi conosceva dai tempi dell'UNIVERSITA', in palese ostentato accordo con Cascini, e con un gesto di intesa da parte di quest'uptimo, che io colsi in una assemblea "topica" dell'pttobre 1994, oltrechè "attaccare" la cosa pubblicamente ne pensò una bella.
Per una ventina dei 42 procedimenti riasssegnati arrivatigli chiese un'archiviazione al GIP motivando che i fascicoli erano stati riassegnati dopo la scadenza del temine "per le" indagini di sei mesi. e quindi non si potevano trattare. Ovviamente i giudici delle indagini preliminari li restituirono pressochè tutti, dicendo non c'è nulla da fare, occorre solo decidere se rinviare a giudizio, emettere decreto penale o richiedere archiviazione nel merito perchè non sufficienti le prove o non sussistente il reato ( e vi erano persino il decreto citazione pronto con il capo di imputazione e l'udienza richiesta in alcuni casi, e le indagini, semploci, già fatte ). I provvedimenti di restituzione dei procedimenti vennero tutti nientepopòdimenoche ricorsi in Cassazione (un rimedio straordinario e atipico) ipotizzando strumentalmente che i provvedimenti dei GIP fossero "abnormi" (?!). Tutti i ricorsi ovviamente vennero respinti ma un paio accolti e sostenuti da un Sostituto Procuratore generale della Cassazione in udienza, GERACI. Un collegio della Cassazione accolse il ricorso con una non motivazione che lascio immaginare (dopo sei mesi i fascicoli non trattati muoiono di infarto, grosso modo ...) e il Sostituto chiese la trasmissione degli atti alla sezione disciplinare, perchè si ipotizzava una mia incuria e negligenza grave. Vi lasco immaginare come fosse un non senso cio', per il semplice fatto che gli altri Pm della Procura circodariale avevano sino ad un massimo pendente in stanza di cinquemila fascicoli ciascuno. Invertendo la realtà, si era costruito artificialmente un "lavativo" passibile di rilievi disciplinari su un caso solo o di approfondimenti sul nulla. Ovviamente fu tutto una gigantesca bolla di sapone e la istruttoria disciplinare si tramutò in una esaltazione della professionalità, attività e persona di Paolo Ferraro. Mentre, ho saputo dopo, il CNR studiava nel settore destinato al vaglio della intelligenza artificiale la procedura e programma ATZ (questa era una esagerazione di segno opposto, che servì in realtà per monitorare chi fosse e quanto intelligente o meno Paolo Ferraro: ne abbiamo parlato in precedente articolo). UN FLOP clamoroso, un dispendio di attività istituzionali e vari trucchi inutili. Ma la posta in gioco non era la attività mia ma la mia persona. Respinta al mittente la manovra, hanno completamente escluso che sul piano del lavoro o della professionalità potessi subire un qualunque attacco di qualunque tipo. E radicalizzarono solo il metodo TAVISTOCK ed il protocollo psichiatrico poi, preparando il terreno.
Di Cecilia, la magistrata che fece forfait declinando implicitamente la missione, abbiamo detto nei passati articoli; di LAURA abbiamo accennato diffusamente in precedenti articoli.
Oggi spieghiamo che si era alzato di molto il tiro, e la persona che aveva assiduamente "frequentato" Scopelliti (il professionale magistrato del processo sulla strage di Milano, cui era destinato il ruolo della accusa in Cassazione per importante processo di mafia, ucciso con un colpo di pistola a Reggio Calabria nel 1990) non era un manicaretto, era un potente cannone. La bella ma anche intelligente avvocatessa, che mi conosceva anche da ragazzo, si era fatta "largo" in Cassazione come intraprendente laureanda, laureata poi e avvocatessa; aveva chiuso l'armadio con relativo contenuto aperto anche intorno alle prove di abilitazione in Calabria, ed infine cresciuta altrove come assistente a giurisprudenza e professoressa di facoltà di quella nota Università privata di cui ormai sapete. Nonostante si monitorasse e lei riferisse, e nonostante l'impegno messo (NOTEVOLE ma NON sufficiente), si arrese a fine maggio 1995 o concluse nei tre mesi "canonici". da protocollo, piacevolmente faticosi. Si arrese come avevo previsto da quando mi rivelò di fronte ad una mia ostentata e visibile perfetta buona fede, che un attimo la squilibrava : "Io non sono quella che tu credi ...", con una improvvisa impennata di sincerità tipica del suo temperamento, alle due di notte ora più ora meno; e mi rivelò poi varie altre cosine.
Anche questa destabilizzazione affettiva e da scompenso ormonale di risulta, più frustrazione da abbandono, fece infine cilecca.
Passarono allora con le modalità più volte spiegate alla vera e propria bomba ad orologeria, Silvia Canali, che gli si stava disinnescando definitivamente nel 2002 (avendo anche generato due bambine) e dopo la lite furibonda con la sacerdotal-matriarca Fiorella Vallini.
Nel 1996 Silvia Canali era appena entrata nel ruolo ed aveva però violato la consegna per "amore"; e la botta data da me con l'articolo "noto" del 1996 sul MANIFESTO aveva congelato la situazione.
[In un noto paginone articolo su quotidiano Paolo Ferraro denunciò una svolta da associazione ad "ORGANIZZAZIONE" in una corrente "chiusa" di magistrati]
ANNO 1996 articolo sul MANIFESTO
clicca ed allarga per leggere |
Ripresa la Canali la sua missione intorno al 2004, come ormai chiarito nei tempi modalità e contesti, disinnescai la prima volta il congegno mortale, dando incarico nel giugno 2006 ad un'agenzia investigativa, quindi anche grazie al mio grande solito intuito.
E nell'istante in cui quasi addolorata e con voce vagamente tremante disse "pensavo di essermi redenta " ( ??! ), mi tornarono tutti insieme alla mente i suoi racconti dal dicembre 1995 all'aprile 1996, su vicende non approfondite , per fiducia: Angelo, tutto il resto ed i viaggi in moto in Toscana del gruppo ('85), quei due cofanetti di gioielli nascosti in fondo all'armadio, le vicende del liceo Socrate ('81 - '83), l'incidente in motorino della compagna di scuola ('84), la storia del coinvolgimento in una trappola giudiziaria senza esito del padre del'ex marito Orfei ('94), il fatto che fosse compagna di scuola del giovane Albamonte, altro intermedio magistrato della M.D. romana, e vidi in una luce nuova anche i racconti sul 1990 e sullo studio commerciale di Corso Trieste, sul ricco GIGGI dell'Aventino, sull'ENTE per il turismo italiano, e la presenza nel mondo Caracciolo delle sorelle Canali dall'inizio del 1990 e via dicendo. Dopo aver tentato per oltre mese di tenere sotto controllo il tutto, allontanandomi, a fine giugno per vacanza in camper, definitivamente inorridito ed impensierito, portai via ogni foto mia, e quando una sua cliente mi telefonò direttamente al cellulare i primi dell'ottobre 2006 mettendomi in guardia dalle attività diffamatorie ed invenzioni a mio danno, e segnalandomi che per quello che riguardava una sua personale vicenda giudiziaria aveva fatto esposto all'ordine degli avvocati di Roma, dissi solo " ne prendo atto". In sede di separazione mi sarei fatto sottoscrivere una autorizzazione ad abundantiam sulla utilizzazione delle prove mie a fini difensivi .
Venne poi tra il 2007 ed il 2008 l'operazione Cecchignola (scoperta anche quella); e uscirono allo scoperto Cancrini, la componente deviata della Procura dietro, e l'avv. Luca Petrucci con il "supervisore" Fabio Ravagnani (2008-2009), unitamente ad una famiglia mia cialtrona, infingarda e massonica, della cui vocazione ed attività ignoravo ovviamente tutto. Vennero poi il sequestro di persona (2009), la pista psichiatrica potenziata (2011), la pista familiare (2011-2013), la distruzione lavorativa (18 giugno 2011), la distruzione dell'immagine e i protocolli denigratori (in realtà già avviati sotteraneamente dal 2005), i falsi profili e FALSO DOSSIER (accavallatisi vorticosamente tra il 2011 e il 2012), il tentativo di distruzione e "pre-morte" civile mediante istanza di nomina di amministratore di sostegno (2013), il tentativo di accerchiamento e distruzione nel processo di divorzio gestito per fini eterodossi, con concorso di una pseudo-psicologa e psichiatra della stessa cordata subito smascherati (2011-2014) , la reiterazione di "honey traps" in "scaciato" - maccheronico - stile Mossad italico (2012-2014), e la pressione economica (io senza stipendio dal 7 febbraio 2013) e la pressione affettiva continua ( 2011 -2014 privazione del rapporto con le bambine mie, pressioni multiple dirette ed indirette sulla compagna convivente Patrizia Foiani , con derivatone esaurimento interno ... ovvio ....).
E venne tutta la marea di sciocchezze che li hanno portati sino ad essere completamente scoperti.
Alla faccia degli illuminati, delle forze oscure e dei poteri forti occulti: hanno solo fatto provvisoriamente perdere un magistrato vero allo Stato, sapendolo e dicendolo ("tu sei nato per fare il magistrato"). E hanno fatto acquistare, alla gente che lo ha potuto conoscere, uno storico politico ed intellettuale che è rimasto magistrato, non imbrigliato, coi piedi nella rigida scarpa deontologica.
Ma si può essere più .. ?! GRAZIE SUPER GLADIO... di accatto.
Ora si faccia marcia indietro: che le istituzioni e le migliaia di magistrati per bene hanno bisogno di un collega serio affidabile e perbene a sua volta, che ha sempre rispettato la deontologia professionale e saprà rientrare e far valere il suo ruolo ed identità professionale senza sbavature. Se si è in tempo ...
E si intervenga su una psichiatria di apparato e da cospirazione, e sulle elite militari e di altro tipo che la usano e supportano; e si intervenga sui cenacoli dei sotto palazzi e cunicoli e colle Celio di una Roma sotterranea "potente" e demente, avvezza a fare la forte coi deboli ...
IL QUARTO VIDEO AUDIO. La macchinazione autoimplode. IL TENENTE COLONNELLO ANDREA RAFFAELLI, Il MAGISTRATO GIUSEPPE CORASANITI, l’Avv. PAOLO FRANCESCHETTI e IL MAGISTRATO PIER FRANCO BRUNO . E ROSSI e PESCI e CASCINI e vari spezzoni di una attività criminale persecutoria.
IL QUARTO “micro” AUDIO. La macchinazione autoimplode. E POI IL TENENTE COLONNELLO ANDREA RAFFAELLI, Il MAGISTRATO GIUSEPPE CORASANITI, l’Avv. PAOLO FRANCESCHETTI e IL MAGISTRATO PIER FRANCO BRUNO . E ROSSI, PESCI E CASCINI .. e vari spezzoni di una attività criminale persecutoria. Leggete, ascoltate memorizzate e poi riverificate, ascoltando, e chi capirà non si senta troppo male, inorridendo. Nel corso della …Continue a leggere
les jeux sont faits. si vous voulez .....
SIETE ORA SUFFICIENTEMENTE MATURI ED INFORMATI PER LEGGERE ED ASCOLTARE IN MODO ATTENTO COMPLETO E CONSAPEVOLE:
1. IL MEMORIALE DEL 7 MARZO 2011
2. IL DOCUMENTO SU PISTA FAMILIARE E USO ETERODOSSO DEL DIVORZIO ( e allegati )
3. LE PROVE AUDIO della CECCHIGNOLA e relative contestualizzazioni
4. e 5. GLI ESPOSTI DENUNCIA MEMORIE AL CSM CHE SEGALAVANO GIA’ NEL 2012 LA MANOVRA CRIMINALE SOTTESA E LA IDENTITA' DI QUESTO PERICOLOSO APPARATO DEVIATO
9. LA LETTERA DI NON DIMISSIONI ( l’opposto di ciò che hanno fatto i tanti magistrati martirizzati in silenzio dall’apparato deviato )
ORA POTETE SINO IN FONDO CAPIRE DA SOLI QUALE FOSSE LA POSTA IN GIOCO:
11. PERCHE’ DOVEVA ESSERE DISTRUTTO IL MAGISTRATO PAOLO FERRARO
E PERCHE’ OPERARONO DI CORSA IN CONTRO TEMPO PER TENTARE DI ARGINARE LA INFORMAZIONE E DENUNCIA PUBBLICA CHE AVREI SVILUPPATO E CON QUALE ARCHITETTURA CRIMINALE SI MOSSERO
QUALE DISEGNO E GESTIONE DEL REALE POTERE DOVESSERO DISPERATAMENTE NASCONDERE
SE VI FOSSERO IN GIOCO E QUALI COMPONENTI DEVIATE ( E COME OPERASSERO )
COSA TEMEVANO CHE POTESSE ANCHE EMERGERE
COME ABBIANO OPERATO NEL SILENZIO PER DECENNI
COME ABBIANO ATTIVATO LA FINTA CONTROINFORMAZIONE CHE COSTRUIVA IL MITO DI PSEUDO ASSOCIAZIONI CHE COPRIVANO POTERI REALI
E PERCHE’ SOLO PAOLO FERRARO POTEVA ARDIRE E DENUNCIARE RICOSTRUENDO TUTTO E CONTESTUALIZZANDO TUTTO ( SENZA IL TESTIMONE CHE CONTESTUALIZZA LE PROVE OGGETTIVE NON ESISTONO E NON HANNO UN LORO AUTONOMO SENSO COMUNQUE )
COME SIANO ARRIVATI A COMPIERE L’ERRORE MADORNALE DI METTERE IN MANO AL MAGISTRATO PAOLO FERRARO LA PROVA CERTA OBIETTIVA ED INDELEBILE DELLE MANOVRE FATTE E REATI CONNNESSI, IN UN CASO EMBLEMATICO
CON QUANTA VOLGARE SICUMERA E VIOLENZA ABBIANO TENTATO DI ARGINARE LA INFORMAZIONE ANCHE A LIVELLO DI CONTROINFORMATORI DI REGIME ATTRAVERSO QUELLO CHE ORMAI IN MOLTI CHIAMANOIL "PROTOCOLLO PETTEGOLO“ ( Derisoriamente)
QUANTA INTELLIGENZA E SENSIBITA’ INTELLETTUALE IMMISERO NEI LORO DUE STUPENDI SCRITTI LUCIANO GAROFOLI ED ENRICA PERRUCCHIETTI QUANDO ANCORA STAVO CENTELLINANDO PROVE ED ANALISI
QUANTO SENSIBILE IMPEGNO SIA STATO MESSO DAI MIGLIORI DI VOI ( per ora ) AVENDO CAPITO BENE E STUDIATO …
PERCHE PAOLO FERRARO ERA ED E’ AMATO E STIMATO DALLA POLIZIA GIUDIZIARIA E DAI MIGLIORI MAGISTRATI NON CRIMINALI E DEVIATI
ORA AVETE INFINE quindi DAVANTI, ED ATTRAVERSO ME E LE VICENDE A ME COLLEGATE, UNO SPACCATO CRIMINALE DI POTERI DEVIATI CHE APRE LE PORTE A TUTTO QUELLO CHE DI CERTO ED INDICIBILE ABBIAMO INDICATO E ANALIZZATO COME DIRETTI TESTIMONI.
UN ORDITO CRIMINALE PLURIENNALE:
IL CASO FERRARO I SILENZI COLPEVOLI O CRIMINALI
UN BEL GUAZZABUGLIO INTERAMENTE DISTRICATO
RITROVANDO NOTIZIE PREZIOSE SULLA INDAGINE FIORI NEL FANGO
IL RUOLO CRIMINALE E MALATO GIOCATO DA UNA FETTA DI MAGISTRATI DEVIATI DELLA PROCURA DI ROMA CHE AVEVA TUTTO DA PERDERE SE FOSSE USCITO FUORI QUELLO CHE AVEVANO COMBINATO , A PARTIRE DA PAOLO FERRARO
E qui un ringraziamento non alla rosa ma alla Margherita ...
E GLI STRUMENTI REALMENTE ADOTTATI DA QUESTI APPARATI CRIMINALI
Ed ora potrete riapprezzare a fondo
UN VIDEO AUDIO INEDITO. UNA PROVA DIRETTA SCONVOLGENTE SU APPARATI COLLEGAMENTI PSICHIATRIA DEVIATA E L’ATTACCO FRONTALE PER TENTARE DI RISALIRE LA CHINA E FERMARE IL MAGISTRATO PAOLO FERRARO ANNO 2011 .
Tornando al 2011 ed all’attacco violento sferrato per impedire che vicende denunciate venissero portate a conoscenza della opinione pubblica, vi era in gioco allora tutto di più: tra luogo coperto (Cecchignola) , attività gestite, rappresaglie criminali, trappola ordita ed antecedenti mirati, sempre in danno di Paolo Ferraro , nonchè il pericolo che lo stesso arrivasse a ricostruire riconnettendo elementi e dati … Continua a leggere
UN SECONDO VIDEO AUDIO INEDITO.PASQUETTA 2011. IL FALSO DOSSIER. Silvia Canali, Fiorella Vallini, Bruno e i PM coinvolti e l’allora PROCURATORE CAPO della PROCURA di Roma e "le MAIL" degli "psichiatri ".
PASQUETTA 2011. IL FALSO DOSSIER. Silvia Canali, Fiorella Vallini, Francesco Bruno, i PM coinvolti e l’allora PROCURATORE CAPO della PROCURA di Roma e nell’ombra gli psichiatri che “inviavano MAIL”. LA PISTA FAMILIAR PSICHIATRICA. (Per l’analisi di quadro che chiarisce come la vicenda apparentemente familiare e personale non sia che un frammento criminale di un ordito si rinvia al ............. Continue a leggere
IL TERZO VIDEO AUDIO . Una attività orchestrata allo scoperto per distruggere Paolo Ferraro . In troppi sanno chi siano il pessimo autore & company ” .
Una attività orchestrata allo scoperto per distruggere Paolo Ferraro. In troppi sanno chi siano il pessimo autore & company IL TERZO VIDEO AUDIO I tre brevissimi frammenti audio del primo audio video che ascolterete in automatico per pochi secondi servono a farvi rendere conto immediatamente (voi che lo conoscete personalmente) di chi sia “JESUS FRANCO”. L’autore di una ennesima e delle … Continue a leggere
IL QUARTO VIDEO AUDIO. La macchinazione autoimplode.
IL TENENTE COLONNELLO ANDREA RAFFAELLI, Il MAGISTRATO GIUSEPPE CORASANITI, l’Avv. PAOLO FRANCESCHETTI e IL MAGISTRATO PIER FRANCO BRUNO . E ROSSI e PESCI e CASCINI e vari spezzoni di una attività criminale persecutoria.
IL QUARTO “micro” AUDIO. La macchinazione autoimplode. E POI IL TENENTE COLONNELLO ANDREA RAFFAELLI, Il MAGISTRATO GIUSEPPE CORASANITI, l’Avv. PAOLO FRANCESCHETTI e IL MAGISTRATO PIER FRANCO BRUNO . E ROSSI, PESCI E CASCINI .. e vari spezzoni di una attività criminale persecutoria. Leggete, ascoltate memorizzate e poi riverificate, ascoltando, e chi capirà non si senta troppo male, inorridendo. Nel corso della …Continue a leggere
IL QUINTO VIDEO AUDIO. La centrale operativa di Parioli Corso Trieste. AVV. MArco Ferraro Luigi Cancrini e gli altri.
IL SANCTA SANCTORUM PARIOLINO si va disegnando. Poi definiremo i rapporti con gli apparati e realtà militari ed internazionali di Lucio Caracciolo, l’ennesimo professore della LUISS, gli scambi e le conoscenze culturali ( Francesco Bruno e il convegno a Pompei, ricordate ?! ) e tutto l’altro di cui sembra aver potuto usufruire la solo apparente principale protagonista malefica delle vicende … Continua a leggere
UN PROFILO ARTIFICIALMENTE COSTRUITO. Seconda parte. La sgangherata e deliroide geometria manipolativa. SESTO AUDIO inediti E RIEPOLOGO DETTAGLIATO dei FATTI A MONTE DAL DAL 2007
PREMESSA Questo sesto articolo con video audio inedito (LA MANIPOLAZIONE DELIROIDE DELLA PSICHIATRIA. Le peripezie illogico tautologiche dello psichiatra “SANI” 11 gennaio 2011), si riferisce innanzitutto ancora alla sequenza delle attività del gennaio 2011, inscenate per tentare di “riprendere in mano la situazione” ed eliminare definitivamente il magistrato Paolo Ferraro. Quando parlavo con Sani ancora non sapevo del cumulo di nefandezze immesso da Girardi nei .. Continua a leggere
PROTOCOLLI PROFILAZIONE e GESTIONE OPERATIVA. UNA MAIL parodia di protocolli e metodi reali.
Nell’articolo che precede abbiamo illustrato la “gestione manipolatoria a struttura deliroide condivisa” e il ruolo della psichiatria e delle scuole giuridiche che chiamo, per intenderci, “neocausidiche”, dando indicazioni sintetiche sul caso Ferraro . Oggi trattiamo mediante logica, delle fondamenta di protocolli, profilazione e gestioni operative: l’anima delle attività coperte e deviate di apparati di potere sotteranei o segreti, come nuova strumentazione più sofisticata anche … Continue reading
I DIAVOLI IN TERRA FANNO LE PENTOLE MA NON I COPERCHI E SONO ANCHE IDIOTI.
IL DIAVOLO FA LE PENTOLE MA NON I COPERCHI. I “DIAVOLI” IN TERRA POI SONO ANCHE IDIOTI. “Beep Beep stana una filiera di willy cojotes” BORDER NIGHTS: una bambina innocente, due professori universitari di diritto ed economia, folli e malati, la madre della bambina, un ufficiale che lavora anche per i servizi, nell’ombra, due co-conduttori della trasmissione radio e Paolo Ferraro … Continua a leggere
1990
La “calata” nella sezione
romana di magistratura democratica ed
“altro”
1992
Una trama,
non solo romana, anche
intorno al magistrato Paolo Ferraro.
La fallita
scalata alla Corte Costituzionale e la
ritirata di Marco Pivetti e Agnello
Rossi.
1995
Un piacevole accerchiamento femminile: tre ruoli individuati ricostruiti ed un agguato disciplinare assurdo, fallito.
Un piacevole accerchiamento femminile: tre ruoli individuati ricostruiti ed un agguato disciplinare assurdo, fallito.
AVVERTENZA. Ogni
apparente divagazione e introduzione di
vicende, fatti e nomi ulteriori, di norma
tra parentesi, immette elementi
la cui rilevanza e connessione è
emersa in precedenti articoli costruiti su
prove, e non racconto, od emergerà alla
fine. Per chi è stato attento il
tutto si correla quindi alla complessiva
ricostruzione effettuata fino ad oggi con
prove pubblicate.
Anche questo articolo era necessario
per contestualizzare ed inquadrare a fondo,
ambientando almeno alcuni nomi, fatti e
ruoli. Lo dedico a tutti coloro che hanno
studiato, seguito e capito, ma
soprattutto ai magistrati ed investigatori per
bene, ed alle istituzioni ....
che debbono restituire legalità al
paese.
Nel
1990 comparvero nello scenario della
magistratura romana Giuseppe Cascini e Stefano Pesci: subito
apparentatisi alla cordata "migliorista e
PCI" dei lavoristi (Marco Pivetti),
poi entrambi da me classificati, anche per
loro esplicita ammissione ed indicazione,
come filo "dalemiani". Cascini si
legò anche a Luigi Saraceni:
personalità di rilievo che stimavo, ma
verso la quale nutrivo un piccolissimo
dubbio, poiché era troppo in buon dialogo
con quella destra burocratica che
definisco “ussarissima” (da “ussaro").
Ci misi un
poco a capire quanto i due
neo-magistrati fossero legati a poteri e
forze per me comunque non decifrabili.
Negli anni
1985-1990 fui prima Pretore di Terni (con
tante sentenze pubblicate sul FORO ITALIANO,
e la perdurante memoria del mio impegno a
tutela dell'ambiente e della sicurezza del
lavoro), poi al Ministero di Giustizia,
infine tornai negli uffici giudiziari romani
alla Procura Circondariale. Appartenevo
bella sezione romana ancora indomita di
Magistratura Democratica, all'anima più
giurisdizionale legale; ero con Michele
Coiro, Celsa Galassi, Gabriele Cerminara e
tanti altri lentamente decimati... decimati
dalla vita, e decimati nella vita in
magistratura.
Giuseppe
Cascini, uditore giudiziario giovane
napoletano di famiglia bene, venuto di
sua scelta per il tirocinio
giudiziario a Roma. Nel, 1990 portava
ancora i capelli
lunghi castano chiari, (ADDE:
il particolare non è affatto
indifferente perchè coincide con una
curiosa vicenda di intrufolazione
nel mio ufficio, respinta ed
inquadrata con una informativa di pg
alla sezione di
appartenenza dei
ben due ufficiali di pg :e invito tutti a
compulsare la "significativa"
relazione di pg)si era subito
immesso nella attività della
corrente di magistrati di
"Magistratura Democratica" (
abbreviato M.D.) e scriveva
"anche" sul Manifesto.)
[ricordo un suo articolo di
allora sul Manifesto , ma a difesa o a
dialogo da lontano con una particolare area
movimentista anarco insurrezionale o di
autonomia operaia, potrete controllare,
articolo, riferito mi sembra ad una vicenda
giudiziaria che li vedeva coinvolti, che mi
aveva incuriosito per il taglio anche
implicito, lievemente supponente, "da
garante".
Feci allora un collegamento
mentale con Filippo Paone, noto magistrato di origine
campana trapiantato a Roma, magistrato di
area "estrema" di M.D., morto di
recente e assurto da ultimo alla carica di
Presidente della Corte di appello. Nel
1985 era stato sotto pressione disciplinare
per un suo avere in qualche modo protetto
una manifestazione non autorizzata in
un’aula della facoltà di Giurisprudenza
della Università la SAPIENZA nel 1977:
essendo lui presente alla manifestazione
illegale, si era frapposto tra persone
presenti legate ad autonomia operaia e la
polizia che era intervenuta. Proprio
nel giugno del 1985 lo incontrai
casualmente nello studio altezza Nomentana
viale Libia subito dopo le caserme civili,
dei due amici - allora - avvocati Tony Stellato e Sandro Galiena,
del MANIFESTO area di "destra magriana"
allora così visti e definiti da me. Il loro
studio, situato a Viale Libia nel quartiere
Nomentano subito dopo le caserme
civili, lo condividevano
con Rosalba VALORI e, per presenza, anche
con GUIDO VALORI (che a quell'epoca era
anche vice procuratore onorario, nominato
dal CSM).
Non mi stupii dell'incontro
casuale (anche io ero lì per caso) con Filippo Paone, in pantaloni celestini e
stretto in una "iacchettiella" a
strisce verticali bianco azzurro chiaro
(colori simili che stonavano), ma notai che
era assai distratto e preoccupato della
vicenda disciplinare: capii solo che doveva
parlare con Rosalba e forse poi con Sandro,
ma non di cosa. Forse di una
propaggine penale della manifestazione non
autorizzata dell'epoca?! No, pensavo, era
passato troppo tempo dalla data del fatto.
Sempre quel giorno arrivò a studio quello
che seppi essere il compagno/marito di
Rosalba Valori, un personaggio ben
noto del
mondo della autonomia operaia
romana: con barba, bel tipo, non certo
sgualcito. Mi tornò il conto solo
parzialmente: 1. autonomia operaia 2.
magistrato nei guai disciplinari per aver
sostanzialmente ostacolato lo sgombero
dell'aula di giurisprudenza occupata per una
assemblea di autonomia operaia, che veniva
forse a raccontare novità sull'accaduto o a
trovare i compagni di sorte?! (Pifani ad
esempio, trovato al confine con la
Yugoslavia con un bazzoka da portare alla "resistenza
palestinese", da tempo era stato messo fuori
gioco). Ma perchè Filippo
Paone personalmente, e perchè lì?
Per Rosalba, avevo concluso. Ma
Sandro?! Allora per me il cognome VALORI non
aveva significato. Non lo stimavo Filippo; era allora Pretore
penale, tra l'altro l'autore di una risibile
se non ridicola giurisprudenza che
applicava in analogia (totalmente vietata in
sede penale) la norma penale
sull'aggiotaggio azionario alla rarefazione
degli immobili destinati ad abitazione,
per loro "natura" ma sottratti alla
disponibilità del mercato o pubblica: una
"pecionata" ideologica di quelle che per me
(di scuola giuridica, assistente e
collaboratore con cattedre di diritto
privato e cattedra rivista di diritto
pubblico) rendevano disonore alla
magistratura; e rendevano disonore ad una
corrente (M.D.), che dovevano assicurare
secondo i miei intendimenti la progressiva e
corretta attuazione della legge: sì a tutela
dei deboli e secondo l'art. 3, 2° co
della Costituzione. ma non sostituendo alla
interpretazione costituzionale e progressiva
delle norme il metodo "IDEOLOGICO",
che aborrivo. Un metodo eccessivo e
fuori del seminato, errato, del quale poi
non c'era neanche bisogno. Sandro e Tony ,
già studenti dello scientifico Archimede li frequentavo per la loro e
mia storia di studenti impegnati
politicamente; e Sandro dal 1985 in poi
era stato sempre più "premurosamente"
presente in troppi momenti della mia
vita. In particolare da poco dopo che avevo
vinto il concorso in magistratura. Un amico
vero, pensavo, lievemente traumatizzato
dalla storica circostanza che al primo anno
di giurisprudenza insieme, volendo preparare con me
l'esame di filosofia del diritto nel lontano
1975, mentre lui stava al terzo capitolo io
nel frattempo avevo fatto nella seconda
sessione del primo anno cinque esami tra
ottobre e dicembre. Tra me e loro una
differenza che non pensavo insormontabile:
io ero socialista e della sinistra del
MANIFESTO al contempo, rossandiano, e
miscelavo le due matrici guardando come
burocrati post comunisti i "destri".
D'altronde questa era la loro nomèa tra la
gente impegnata politicamente]. Tornando a
Cascini, appena arrivato a Roma aveva un
contegno inizialmente più contenuto, ma
già arrogantello e un modo di fare da
ragazzo di ricca stirpe. Solo più tardi, nel
marzo 1992, avrei saputo dalla bocca di Lori
Perla (anche lei come me magistrato romano
della Procura Circondariale come me dal 1989
del mio stesso concorso - 1984 - e a quel
tempo mia amica) che Cascini aveva una
madre di etnia ebraica e che era pronipote
di Achille Lauro. La notizia allora
non mi colpì nè mi stranì, ovviamente. Poco
dopo essere arrivato a Roma, Cascini
era provvisoriamente alloggiato in
locazione; ma invece di trovare un
alloggio definitivo in locazione pose fine
alla situazione provvisoria comprandosi due
appartamenti di media metratura. Non ci
frequentavamo, e me lo disse la solita Perla
de relato, ivi compresa la somma sborsata
(oltre 700 milioni di lire): appartamenti
attaccati a piazzale Clodio, su una nota
strada in salita che parte da una
altrettanto nota gelateria.
Cascini faceva allora coppia stabile con Stefano Pesci, erano dello stesso concorso (1990) ma sembrava a tutti che si conoscessero troppo bene, e quindi da antica data.
L'Agosto del 1990 fu funestato dall'omicidio di Simonetta Cesaroni, nella via che conoscevo di nome come la via degli ufficiali giudiziari: via Poma. E si tratta di un crocevia. ADDE: Ma allora non capii un beneamato nulla e per me la cronaca nera era un se ttore privo di interesse e con categorie penali minori guardato sulle pagine dei giornali con supponenza.
I rapporti tra Cascini,
Pesci, Giovanni Buonuomo (un altro
magistrato della Procura circondariale, di
cui non si trovano immagini pubbliche) e me
non erano cattivi in quell'epoca. In
particolare Giovanni era anche un
informatico di buon livello, appena venuto
dal Tribunale di Savona (già Pretore in
precedenza), lasciando ivi figli e moglie,
magistrata che lo avrebbe poi seguito a
distanza di oltre un anno a Roma dopo
l'acquisto della abitazione in zona
(Trionfale alto).
Giovanni manovrava già con disinvoltura le macro automatiche ed i modelli del programma MICROSOFT Word, appena immessa la piattaforma windows 1.0 in Italia e nel mondo della sempre ritardataria informatica giudiziaria. Io, pur seguendo anche il suo lavoro, mi ero da poco impadronito del funzionamento dell'ambiente DOS e degli obsoleti 286 e 386 OLIVETTI e del primo 486DX arrivato "a giustificare" la arretratezza tecnologica delle forniture al Ministero della Giustizia. andavo creando un sistema di gestione delle attività/documenti dei magistrati della Procura Circondariale. Usavo un programma DOS preesistente e molto lineare, WS4, e puntavo in modo un pò "arretrato" su una organizzazione meramente sistematica e casistica dei documenti (uno per caso, quindi migliaia di casi), usufruendo di un sistema ordinante di directory e sottodirectory (ad albero, tipo capitoli, paragrafi e sotto paragrafi) e di un programmino che aveva il pregio di far gestire e vedere bene l'albero classificatorio ( XTG).
Buonuomo, anche lui campano, era più avanti a me e sapeva molto di informatica. Il ricordo riferito al CSM tra le righe nell'esposto memoria del 3 novembre 2012, circa la buona conoscenza di un programma (piattaforma di comunicazione denominato TELNET) e di quella "scatola" destinata alla connessione poggiata su un tavolino della sua stanza, è preciso. Come è preciso il ricordo di lui che mi illustrò le caratteristiche da chat primitiva del programma (in realtà era una autonoma piattaforma) e anche l'uso dei nickname, raccontatomi a voce e fattomi vedere dallo schermo verdolino: tutta roba che ignoravo e da ignorante ritenevo dispersiva, inutile ed anche un tantino "buffa".
Ero sposato, mi sarebbe dopo poco nata la terza figlia, e pensavo all'ammodernare il lavoro, a smaltirlo bene e al mio impegno interno alla magistratura [l'impegno interno ed istituzionale non è affatto una cosa impropria per un magistrato, e teoricamente come nella pratica precedente non lo era certo stato: è lo strumento con il quale i magistrati assicurano, riorientano e gestiscono il buon andamento del lavoro e degli uffici, le necessarie valutazioni di professionalità ed altro. M.D. ed io in essa, puntavamo realmente sull'impegno ordinamentale; e sull'assicurare la progressiva indipendenza e la realizzazione del principio costituzionale del "giudice naturale" attraverso garanzie, tabelle degli uffici e vigilanza con controllo obiettivo della professionalità, ].
Nel contesto in cui Buonomo mi aveva elargito due sue conoscenze di TELNET (mi sembra di ricordare che pronunciò solo una volta il nome della piattaforma di comunicazioni) io scarabbocchiavo infastidito disegni infantili su dei foglietti su quel tavolo, e Giuseppe Cascini entrò infine nella stanza, a contrattare come fanno gli uditori giudiziari il suo tirocinio mirato anche con Buonomo. Faceva molto caldo, la nuova stanza di Buonomo dava dalla parte dove batte il sole, e dovevo tornare a lavorare; avevo lasciato a Gianni un floppy quadrato con i miei preziosi (per me), primi documenti ordinati scritti in ws4 e con tanti capi di imputazione da importare nel glossario del modello "Normal" o "decreto di citazione" in WORD per windows (allora ancora giravano anche i floppy "a cerchio", un simpatico ricordo dell'avvio scalcinato della informatica diffusa negli uffici giudiziari).
E tornai nella mia stanza. Lasciando Buonomo e Cascini lì: Cascini curiosamente interessato ad un piccolo foglietto giallo da me insignito di un disegnino a pennarello. Prima che riuscissi a tornare al mio ufficio arrivò nella stanza anche Stefano Pesci che incontrai sulla porta.
A quell'epoca ero un magistrato giovane ma di spicco, impegnato nella costruzione e nella critica agli errori organizzativi dell'ufficio della Procura Circondariale di Roma; ed ero più che mal visto dalla cordata migliorista di MD, da sempre a me avversa.
La sezione romana manteneva ancora una sua indipendenza ed autonomia grazie anche alla presenza di Michele Coiro e dell'area più di sinistra.
Ero politicamente a cavallo tra i due orientamenti e molto stimato da Michele: lui fu uno dei padri fondatori della genuina MD, assieme a noi tanti magistrati perbene.
[UNA CHIOSA TRIBUTO: in mezzo a tutti quelli che ho conosciuto si era stagliato nel 1985, per autorevolezza intellettuale, Marco Ramat: un magistrato "storico" di MD di particolare intelligenza e l'unico a cui attribuivo stima vera, come intellettuale ed uomo, indipendentemente dalla sua collocazione, che gestiva tra l'altro con equilibrio].
Giovanni Buonomo si dimetterà da MD a breve distanza dai due attentati a Falcone e Borsellino entrando nella corrente dei "VERDI" fondata da Falcone; piazzerà un manifesto raffigurante i due magistrati dietro la sua scrivania, e se ne andrà poi via dalla Procura circondariale verso il Tibunale civile di Roma. Regalandomi l'avvertimento amicale: " quello è pericoloso, io me ne vado". "Quello" era sempre Giuseppe Cascini , ma io sapevo di "intrecci personali" o concorrenza "personale" tra loro risalente al 1991, e come al solito, non "allargai" la mia sfera di intuizione: mi mancavano elementi di conoscenza essenziali. Dell'episodio del 1993 quando incontrai davanti al bancomat al piano terra Buonomo e Racheli ( il magistrato che mandava al Sant'Andrea ed a Paolo Girardi e Gabriele Sani i magistrati da "rimettere in carreggiata" ) e sulla battuta a me rivolta "il galletto che fa chicchirichì sul sacco della mondezza" ho già detto in un precedente articolo.
Stefano Pesci, era il pendant di Giuseppe Cascini ma di molto più anziano e direi pressochè della mia generazione anche sul piano della formazione "politica". Dopo un pò di mesi da quando lo avevo conosciuto mi disse (nel 1991 credo), anzi mi rivelò (col tono di chi voleva amicarmisi), che era stato un avvocato di "Soccorso Rosso" e politicamente di Democrazia Proletaria: veniva da Bologna ed era sposato con Nunzia D'elia, altra magistrato, anche lei lasciata a Bologna e che lo avrebbe poi raggiunto.
Le uniche cose che accomunavano Cascini, Pesci e Buonomo, per quello che ne sapevo, è che erano tutti e tre magistrati (Buonuomo però del mio concorso), che erano soli a Roma (uno scapolo e gli altrui due single provvisori in attesa degli arrivi di mogli e figli) e che erano campani due e con moglie campana il terzo (Pesci). Roba ordinaria ed insignificante. Gianni era più geniale e simile a me, per certi versi, e un "bell'uomo" (del termine a me riferito, da Cascini, nella primavera del 1995, in pieno piacevole accerchiamento femminile io, tono e contesto, abbiamo già detto).
Ben sei o più uditori giudiziari del concorso del 1990 avrebbero avuto estratti e scelti sei posti a Roma (posti ovviamente messi a disposizione tra le sedi da scegliere secondo ordine di graduatoria, ma era cosa mai successa prima nella storia della magistratura romana), nella Procura Circondariale che aveva pure urgente bisogno di coprire i ruoli. Mentre del posto di graduatoria di Cascini che avevo conosciuto come uditore non avevo alcun dubbio, mi chiesi allora come avesse potuto essere così brillante un avvocato di Bologna, anzianotto e "preso", "occupato" (pensavo) dal lavoro. Se sei un avvocato con attività ben avviata, come è che entri a distanza di molti anni in magistratura rinunciando al tuo avviamento professionale?! Semplicemente non mi era mai capitato di osservare un percorso del genere. Conclusi che aveva inseguito la carriera della moglie, ma era una conclusione provvisoria e col punto interrogativo.
Oggi sappiamo "qualcosina" di più ... che esce per intero dalle nostre vicende, e abbiamo qualche conferma chiara in più ...
"Pesci in ambiente militare , e ..e guarda io però però una cosa di venti anni fa, che è accaduto un fatto però non .. non mi va di dirlo e lo so che era proprio lui in mezzo .
Cascini faceva allora coppia stabile con Stefano Pesci, erano dello stesso concorso (1990) ma sembrava a tutti che si conoscessero troppo bene, e quindi da antica data.
L'Agosto del 1990 fu funestato dall'omicidio di Simonetta Cesaroni, nella via che conoscevo di nome come la via degli ufficiali giudiziari: via Poma. E si tratta di un crocevia. ADDE: Ma allora non capii un beneamato nulla e per me la cronaca nera era un se ttore privo di interesse e con categorie penali minori guardato sulle pagine dei giornali con supponenza.
§§§§§§§§§§.
Giovanni manovrava già con disinvoltura le macro automatiche ed i modelli del programma MICROSOFT Word, appena immessa la piattaforma windows 1.0 in Italia e nel mondo della sempre ritardataria informatica giudiziaria. Io, pur seguendo anche il suo lavoro, mi ero da poco impadronito del funzionamento dell'ambiente DOS e degli obsoleti 286 e 386 OLIVETTI e del primo 486DX arrivato "a giustificare" la arretratezza tecnologica delle forniture al Ministero della Giustizia. andavo creando un sistema di gestione delle attività/documenti dei magistrati della Procura Circondariale. Usavo un programma DOS preesistente e molto lineare, WS4, e puntavo in modo un pò "arretrato" su una organizzazione meramente sistematica e casistica dei documenti (uno per caso, quindi migliaia di casi), usufruendo di un sistema ordinante di directory e sottodirectory (ad albero, tipo capitoli, paragrafi e sotto paragrafi) e di un programmino che aveva il pregio di far gestire e vedere bene l'albero classificatorio ( XTG).
Buonuomo, anche lui campano, era più avanti a me e sapeva molto di informatica. Il ricordo riferito al CSM tra le righe nell'esposto memoria del 3 novembre 2012, circa la buona conoscenza di un programma (piattaforma di comunicazione denominato TELNET) e di quella "scatola" destinata alla connessione poggiata su un tavolino della sua stanza, è preciso. Come è preciso il ricordo di lui che mi illustrò le caratteristiche da chat primitiva del programma (in realtà era una autonoma piattaforma) e anche l'uso dei nickname, raccontatomi a voce e fattomi vedere dallo schermo verdolino: tutta roba che ignoravo e da ignorante ritenevo dispersiva, inutile ed anche un tantino "buffa".
Ero sposato, mi sarebbe dopo poco nata la terza figlia, e pensavo all'ammodernare il lavoro, a smaltirlo bene e al mio impegno interno alla magistratura [l'impegno interno ed istituzionale non è affatto una cosa impropria per un magistrato, e teoricamente come nella pratica precedente non lo era certo stato: è lo strumento con il quale i magistrati assicurano, riorientano e gestiscono il buon andamento del lavoro e degli uffici, le necessarie valutazioni di professionalità ed altro. M.D. ed io in essa, puntavamo realmente sull'impegno ordinamentale; e sull'assicurare la progressiva indipendenza e la realizzazione del principio costituzionale del "giudice naturale" attraverso garanzie, tabelle degli uffici e vigilanza con controllo obiettivo della professionalità, ].
Nel contesto in cui Buonomo mi aveva elargito due sue conoscenze di TELNET (mi sembra di ricordare che pronunciò solo una volta il nome della piattaforma di comunicazioni) io scarabbocchiavo infastidito disegni infantili su dei foglietti su quel tavolo, e Giuseppe Cascini entrò infine nella stanza, a contrattare come fanno gli uditori giudiziari il suo tirocinio mirato anche con Buonomo. Faceva molto caldo, la nuova stanza di Buonomo dava dalla parte dove batte il sole, e dovevo tornare a lavorare; avevo lasciato a Gianni un floppy quadrato con i miei preziosi (per me), primi documenti ordinati scritti in ws4 e con tanti capi di imputazione da importare nel glossario del modello "Normal" o "decreto di citazione" in WORD per windows (allora ancora giravano anche i floppy "a cerchio", un simpatico ricordo dell'avvio scalcinato della informatica diffusa negli uffici giudiziari).
E tornai nella mia stanza. Lasciando Buonomo e Cascini lì: Cascini curiosamente interessato ad un piccolo foglietto giallo da me insignito di un disegnino a pennarello. Prima che riuscissi a tornare al mio ufficio arrivò nella stanza anche Stefano Pesci che incontrai sulla porta.
A quell'epoca ero un magistrato giovane ma di spicco, impegnato nella costruzione e nella critica agli errori organizzativi dell'ufficio della Procura Circondariale di Roma; ed ero più che mal visto dalla cordata migliorista di MD, da sempre a me avversa.
La sezione romana manteneva ancora una sua indipendenza ed autonomia grazie anche alla presenza di Michele Coiro e dell'area più di sinistra.
Ero politicamente a cavallo tra i due orientamenti e molto stimato da Michele: lui fu uno dei padri fondatori della genuina MD, assieme a noi tanti magistrati perbene.
[UNA CHIOSA TRIBUTO: in mezzo a tutti quelli che ho conosciuto si era stagliato nel 1985, per autorevolezza intellettuale, Marco Ramat: un magistrato "storico" di MD di particolare intelligenza e l'unico a cui attribuivo stima vera, come intellettuale ed uomo, indipendentemente dalla sua collocazione, che gestiva tra l'altro con equilibrio].
Giovanni Buonomo si dimetterà da MD a breve distanza dai due attentati a Falcone e Borsellino entrando nella corrente dei "VERDI" fondata da Falcone; piazzerà un manifesto raffigurante i due magistrati dietro la sua scrivania, e se ne andrà poi via dalla Procura circondariale verso il Tibunale civile di Roma. Regalandomi l'avvertimento amicale: " quello è pericoloso, io me ne vado". "Quello" era sempre Giuseppe Cascini , ma io sapevo di "intrecci personali" o concorrenza "personale" tra loro risalente al 1991, e come al solito, non "allargai" la mia sfera di intuizione: mi mancavano elementi di conoscenza essenziali. Dell'episodio del 1993 quando incontrai davanti al bancomat al piano terra Buonomo e Racheli ( il magistrato che mandava al Sant'Andrea ed a Paolo Girardi e Gabriele Sani i magistrati da "rimettere in carreggiata" ) e sulla battuta a me rivolta "il galletto che fa chicchirichì sul sacco della mondezza" ho già detto in un precedente articolo.
§§§§§§§§§§
Stefano Pesci, era il pendant di Giuseppe Cascini ma di molto più anziano e direi pressochè della mia generazione anche sul piano della formazione "politica". Dopo un pò di mesi da quando lo avevo conosciuto mi disse (nel 1991 credo), anzi mi rivelò (col tono di chi voleva amicarmisi), che era stato un avvocato di "Soccorso Rosso" e politicamente di Democrazia Proletaria: veniva da Bologna ed era sposato con Nunzia D'elia, altra magistrato, anche lei lasciata a Bologna e che lo avrebbe poi raggiunto.
Le uniche cose che accomunavano Cascini, Pesci e Buonomo, per quello che ne sapevo, è che erano tutti e tre magistrati (Buonuomo però del mio concorso), che erano soli a Roma (uno scapolo e gli altrui due single provvisori in attesa degli arrivi di mogli e figli) e che erano campani due e con moglie campana il terzo (Pesci). Roba ordinaria ed insignificante. Gianni era più geniale e simile a me, per certi versi, e un "bell'uomo" (del termine a me riferito, da Cascini, nella primavera del 1995, in pieno piacevole accerchiamento femminile io, tono e contesto, abbiamo già detto).
Ben sei o più uditori giudiziari del concorso del 1990 avrebbero avuto estratti e scelti sei posti a Roma (posti ovviamente messi a disposizione tra le sedi da scegliere secondo ordine di graduatoria, ma era cosa mai successa prima nella storia della magistratura romana), nella Procura Circondariale che aveva pure urgente bisogno di coprire i ruoli. Mentre del posto di graduatoria di Cascini che avevo conosciuto come uditore non avevo alcun dubbio, mi chiesi allora come avesse potuto essere così brillante un avvocato di Bologna, anzianotto e "preso", "occupato" (pensavo) dal lavoro. Se sei un avvocato con attività ben avviata, come è che entri a distanza di molti anni in magistratura rinunciando al tuo avviamento professionale?! Semplicemente non mi era mai capitato di osservare un percorso del genere. Conclusi che aveva inseguito la carriera della moglie, ma era una conclusione provvisoria e col punto interrogativo.
Oggi sappiamo "qualcosina" di più ... che esce per intero dalle nostre vicende, e abbiamo qualche conferma chiara in più ...
"Pesci in ambiente militare , e ..e guarda io però però una cosa di venti anni fa, che è accaduto un fatto però non .. non mi va di dirlo e lo so che era proprio lui in mezzo .
" ..
"Pesci in ambiente militare , e
..e guarda io però però una cosa di
venti anni fa, che è accaduto un
fatto però non .. non mi va di dirlo e
lo so che era proprio lui in mezzo " Ma vi è anche un
ricordo del 1991 di uno Stefano Pesci
preoccupato e furtivo che, nella
Procura dei grandi (noi eravamo
Procura Circondariale, la Procura dei
piccoli, secondo una pessima ironica
dizione, profondamente errata),
entrava nella stanza di un pubblico
ministero serio, Silverio Piro, morto
recentemente di un male incurabile.
Stavo girando per convocare i
magistrati di M.D. della Procura
Tribunale ad una riunione di sezione.
Allora (non oggi) notai concitazione,
preoccupazione, un certo disappunto
per averlo io visto girandomi, e un
atteggiamento da "topolone" che mi
incuriosì.
Oggi che sono "gatto" mi è ovviamente tornato alla mente. ADDE: Allora pensavo a dsitribuire volantini di convocazione ... ). " .
Oggi che sono "gatto" mi è ovviamente tornato alla mente. ADDE: Allora pensavo a dsitribuire volantini di convocazione ... ). " .
§§§§§§§§§§
Il
1990 fu comunque
anche l'anno della calata/ritorno a Roma
di vari magistrati spesso romani,
sparsi in varie
sedi d'Italia.
Era
arrivata alla procura circondariale,
però come sarda dalla Sardegna,
abbastanza fresca di separazione dal
marito giurista e professore di diritto
romano DILIBERTO (sì, proprio il
DILIBERTO politico e poi Ministro di
Giustizia ), Delia Cardia (senza
immagine fotografica pubblica),
figlia del senatore PCI Cardia di
Cagliari. Quello che mi stupì più
volte era la conoscenza anche antica e
direi abbastanza carbonara in alcuni
atteggiamenti, della Cardia con
Cascini e Pesci. Arrivai persino a
pensare ad un rapporto segreto col
primo, poi escluso come ipotesi
"rilevante". Appartenevano con legame
forte ad un'area comune, pensai allora
politica; perchè ragionando con
categorie del visibile
politico, rimanevo solo interdetto dal fare carbonaro con
cui avevo notato si convocavano a
volte tra loro per
discutere. Oggi
definirei quelle convocazioni, senza mezze
misure, come quelle di una "cellula";
allora non l'avrei nemmeno immaginato. Una
"cellula" che oggi si è in cospicua parte
trapiantata anche nella direzione
distrettuale Anti-MAFIA della Procura
di Roma (si indagano tra di loro viste le
molteplici "appartenenze" ??) .
Anche Delia Cardia fittò
e poi acquistò un appartamento nella Roma
centrale del potere politico e non solo
politico, la Roma della sinistra PCI ed
affiliati esterni, in zona Campo dei
fiori. [A
campo dei Fiori in affitto abiterà il
futuro professore associato di economia ed
"amico" dalla prima elementare, Fabio
Ravagnani: "magriano" (da "Lucio
Magri") come lo erano Tony Stellato,
Sandro Galiena, Carmine Fotia e via
dicendo, ma lui
elettivamente legato a Famiano
Crucianelli, di sui si raffigurava essere
figlioccio, ed allievo del professore
Garegnani con casa a Trastevere, campo dei
fiori se non erro, pure lui].
§§§§§§§§§§
Alla
Procura circondariale di Roma arrivò Pierfranco
Bruno, da Pescara,
dopo una lunga e ben organizzata permanenza,
inizialmente osteggiato da una banda di
inferociti sostituti, sovraccaricati di
lavoro, sol perchè si era presentato con una
spalla lussata e aveva preso due mesi scarsi
di aspettativa. Un ragazzone lievemente
strano, astuto ma non brillante, figlio del
Bruno aggiunto della Procura di
Roma, poi avrei saputo ... discendente di
una importante famiglia che ho definito
( vista l'ambientazione )
giuridico-massonica. Poi si è distinto anche
per un'ultima attività che lo ha
scoperto. Ma avevo già notato ben altro.
|
§§§§§§§§§§
Arrivò
poi Nunzia
D'Elia, moglie
di Stefano Pesci:
e
si formò così il quartetto
D'Elia-Cascini-Pesci-Cardia: quartetto
attivo in crescendo nel
1991, soprattutto nei pettegolezzi.
Ricordo che una volta a fine 1991 D'Elia
(e tutti sapevano del mio antico e
professionale impegno nel settore della
sicurezza sul lavoro) con fare
intrigante aveva criticato con me un mio
capo di imputazione su un infortunio sul
lavoro, con osservazioni palesemente non
pertinenti e non efficaci. Neanche
replicai, pensando: "ma questa a che
titolo dice una cosa del
genere, oltretutto palesemente
artificiosa?!". Analogamente Cascini, con
fare che dire saccente sarebbe poco, fece
(credo nel gennaio 1993) allusione di
analoga inconsistenza ad una mia attività
nel Consiglio giudiziario della Corte di
Appello di Roma, avendo io redatto un
parere stra-favorevole su un Pretore del
lavoro, semplicemente riportando nel
parere che vi era stata una allusione
negativa del Pretore del
lavoro dirigente.
Della guerra in corso nella Pretura del
lavoro di Roma non sapevo nulla, e
di Cannella nemmeno.
Ma
Cascini sembrava aver trovato un "neo"
mio. (Estetista, dermatologo o
insufflatore di dubbi e maldicenze "ad
scalandum"?!).
Nell'Aprile
del 1991 ci furono le elezioni per i
membri del Consiglio della Corte di
Appello di Roma, in liste bloccate (si
votano solo le liste sostanzialmente,
tutti a pari voti) ed io avevo
preso fuori sacco e più degli altri
oltre una quarantina di voti (mi sembra
42). Un fatto atipico mai successo.
§§§§§§§§§§
Arrivò
poi Giuseppe de Falco, oggi
PROCURATORE a Frosinone, col "de"
minuscolo (nobiliare), come mi fece notare
un paio di volte con sussieguo
infastidito nel
firmare uno dei
tanti documenti da me stilati e
sottoscritti da quasi tutti, con
tanto di legenda delle firme accanto: non
si poteva esimere, tra il 1990 e la
prima e seconda metà del 1991.
De Falco fece
divenire subito il quartetto un
"quintetto", e dei cinque era il più
scivoloso e sfuggente: mai
intellettualmente o ideologicamente un pò
più brillante, con un profilo pubblico
medio. Loro crearono l'alone
dell'intellettuale intorno a De
Falco, io non ho mai stimato le cose
che scriveva in diritto perchè ordinate e
"pulite" ma didascaliche e scolastiche dal
mio punto di vista. Le cose che scriveva
poi in materia di sicurezza
erano altresì palesemente astratte e
prive della linfa e profondità di
chi applica settori normativi
concretamente, e con efficiente
professionalità mirata al
risultato. Attività
para-intellettuale separata, da carriera
accreditata, in parallelismo perfetto al
mio concreto lavoro e ruolo nella
sicurezza e salute del lavoro: ritenevo e
ritengo insomma che fosse un'attività
para-intellettuale destinata solo a
fini di circuiti "ristretti" interni ed
altro sopra detto. Una certa mia
esperienza nel mondo accademico di
produzioni "librarie" troppo
intense ... mi lasciava infine
scettico: mentre si fa il magistrato a
tempo ipoteticamente pieno poi come si fà
ad essere così "prolifici" ?!
Una
conferma generale sulla catena di
montaggio la ebbi da un noto
esperto di sicurezza che sapeva morte e
"miracoli" di settore, della Pretura,
Procura Circondariale e poi Procura di
Roma.
Ero io un "artigiano", self
made, invece ( blog in
costruzione ).
Ma
ho sottovalutato un libretto
con autore Giuseppe
de Falco sul
MOBBING del 2006 o 2007 mi sembra,
di quelli da "catena di montaggio", mi
fu fatto intendere da Agostino, che me
lo portò in visione, allusivo .
E
mobbing orizzontale e verticale e protocolli sono
"parenti": uno pubblico, gli
altri segreti.
De
Falco fu il primo lucido e manipolatore
ad applicare oralmente davanti a me
il "protocollo", in una riunione
dei colleghi di MD da me convocata
per illustrare i fatti da
Cecchignola in poi e almeno il contenuto
di quella che sarebbe stata la futura
denuncia a Perugia, riunione tenuta
nella stanza di Delia Cardia: con
melliflua e affatto duttile insinuazione
formulò l'ipotesi che avevo
bisogno di riposo e ovviamente, come
alla "Ferrara maniera" (Giovanni Ferrara
il Procuratore di Roma oggetto della mia
denuncia del 7 marzo 2011), lasciò
intendere ai presenti che mi occorreva
assistenza ... Ovviamente l'ottanta per
cento dei presenti era claque contigua
e non avevo più il polso esatto
della situazione della corrente interna.
Solo tre
mesi prima Simonetta Ferraro,
aveva velenosamente fatto pressione
su di me, in una telefonata , esclamando e
svelandosi, con fare intimatorio (
risibile) "sei solo contro tutti".
La frase indicava la "condivisione" e la
scelta predeterminata di farmi fuori dopo
aver cospirato per decenni, non potendosi
questi apparati sotterranei permettersi
che la cosa mia divenisse pubblica
nè, tantomeno, che ne divenisse pubblica
una analisi completa e dettagliata. Ma
significava solo che ero accerchiato da un
apparato potente e "criminaluccio" ,
condiviso, che contava sul mio
isolamento totale. Cascini, e
ancor più Pesci e de Falco,
soffrivano particolarmente il confronto
pubblico con me, sia in sede tecnico
professionale (specialmente in
organizzazione e gestione informatica e
in materia di sicurezza e salute del
lavoro) che in sedi
istituzionali e politiche esterne non
alla portata intellettuale ed oratoria
della micro-cordata, che pure si andava
lentamente allargando sempre facendo da
claque a sè stessa.
§§§§§§§§§§
Qlentamente
e letteralmente assorbiti,
ma ricollocati all'esterno dalla
cordata che saldava, omologava e a mio
avviso inseriva in circuiti
prima talvolta a loro ignoti i
magistrati ( conservo un ricordo
preciso nel 2002 di un mutamento
visibile di immagine e atteggiamento
di Sabelli che mi aveva all'epoca
colpito .. ). Attualmente dal 2011 si
palleggiano ruoli, scalata e attività
: la cordata della procura romana ...
al "poder" ... ma sino a quanto ?!
E quando le due Procure vennero unificate, nel 2000 dovettero subire "l'onta" ennesima di un ruolo mio importante di ausilio diretto alla organizzazione complessiva ed informatica dell'ufficio unificato, e scalpitavano , eccome se scalpitavano...
Quando nel novembre 2012 Paolo Auriemma in una telefonata sempre registrata disse a me che " il quadro di insieme era chiaro" anticipando il provvedimento finale progettato da anni, capii , letteralmente indignato di quell'atteggiamento ipocrita e "criptico", che ero stato realmente accerchiato da tanti anni e potei ipotizzare che persino le visite di Gallo a Maria Cordova a questo servivano, nell'aprile del 2011, anche. Si doveva nascondere l'ordito, fallito intorno alla Cecchignola, ad ogni costo.
E quando le due Procure vennero unificate, nel 2000 dovettero subire "l'onta" ennesima di un ruolo mio importante di ausilio diretto alla organizzazione complessiva ed informatica dell'ufficio unificato, e scalpitavano , eccome se scalpitavano...
Quando nel novembre 2012 Paolo Auriemma in una telefonata sempre registrata disse a me che " il quadro di insieme era chiaro" anticipando il provvedimento finale progettato da anni, capii , letteralmente indignato di quell'atteggiamento ipocrita e "criptico", che ero stato realmente accerchiato da tanti anni e potei ipotizzare che persino le visite di Gallo a Maria Cordova a questo servivano, nell'aprile del 2011, anche. Si doveva nascondere l'ordito, fallito intorno alla Cecchignola, ad ogni costo.
Nel
CSM oltre a Paolo
Enrico Carfì, l'AVV CALVI c'era
nel 2011 anche Vittorio
Borracetti, l'alter-ego
di Claudio Castelli, alternatosi come
segretario di M.D., una M.D. ignota
alla gran parte dei magistrati per bene
che aderivano ed aderiscono a valori ed
idee.
Avv prof. Calvi |
Vittorio Borraccetti |
§§§§§§§§§§
In
Procura circondariale arrivò dal
ministero di Giustizia, credo
a primavera del 1991, Riama
Sarète (uso
questo pseudonimo perchè rivelatasi per
un verso non originariamente intranea a
quel "gruppo", e diversa da costoro,
e anche per aver io
sottovalutato quello che le accadeva
tra il gennaio e l'aprile 1992).
Una donna magistrato equilibrata,
di origini
campane, che rivelava una
simpatia per me, che
ricambiavo: si era in realtà immessa,
dopo un pò che era arrivata alla Procura
circondariale, in una
vicenda personale presto
finita, con
"altra" persona ( a monte vi era
un suo storico e canonico rapporto
ufficiale in crisi, con uomo
impegnato in un lavoro di
rilievo in sede estera - New York).Sarète entrerà
in uno stato di palese confusione e
stordimento nei primi due mesi
del 1992: all'epoca mi riferì
di curiosi episodi su cui lei
rifletteva preoccupata, compresa una
incursione in dialetto napoletano e una
"manàta lì", mentre su un motorino
percorreva l'olimpica da Montesacro in
direzione di piazzale Clodio. Viveva sola
a Montesacro, e ciò facilitò l'approccio
di Giuseppe Cascini; e credo che la sua
presenza in una delle due case accanto a
piazzale Clodio fosse stata diremmo
"agevolata" da accadimenti di cui
lei aveva una qualche confusa
preoccupazione. Preoccupazione che invece
a me, povero deficente,
apparve allora smodata ed incomprensibile.
Ora mi consta che vi siano le condizioni
per cui lei possa essere
retroattivamente meglio consapevole, dopo
una separazione legale ingaggiata
con l'uomo pericolosetto sposato, definito come
fu definito "un mariuolo" da
Michele Coiro parlando con me seduto al
bar dietro gli uffici giudiziari nel
febbraio 1995. Mi chiedo ancora
perchè Michele non mi disse di più
quel primo pomeriggio.
Nel
novembre 1991 vi fu una scena
indimenticabile: Giuseppe
Cascini nella
sua stanza da "piemmino", che scoppia in
un breve pianto anche un tantinello
nevrotico e malato e mi dice: "lascia
perdere Sarète, ti
devi togliere di mezzo...ti devi togliere di mezzo".
Replicai stupito e diretto: "ma di
che parli ... ma fai sul serio ?!"
spiegandogli che io non ero "in
mezzo", e lo lasciai lì seduto alla sua
scrivania. Ero andato da lui, come
facevo con
tutti, a
portare un breve documento per organizzare
l'assemblea dei colleghi.
Quello
che accadrà dal 1992 in poi è "anche"
frutto di questa miscellanea di umori e
vicende "personali" .
Cascini ottenne
l'ambita preda attirata nella sua
ragnatela anche immobiliare, e la
sposò; e l'unica volta in
cui misi piede già single io
nella casa di Sarète durante
una piccola festicciola-ritrovo dei
magistrati della Procura in particolare,
notai uno stato confusionale di
Sarète nella cucina: me ne preoccupai, ma
pensai ... sono affari suoi. Me
ne pento, occorre essere sempre attenti a
chi ci circonda aiutandolo se possibile,
nei limiti del possibile.
Sarète nel
lontano 1995 (già trasferitasi dal
1994 dalla Procura ad altro ufficio
giudiziario) alluse esplicitamente a
possibili trame, e mi disse "con questa
storia che sei un bell'uomo e piaci alle
donne, ti farai mettere in mezzo"
.... nei guai. Lo disse un pò acida
ma non per sua propensione personale,
mai vissuta concretamente: mi
avvisava e metteva in guardia a modo suo,
e sembrava mettere l'accento su un costume
di vita da single . Io dal canto mio non
potevo capire, ma appiccicai il
post-it giallo alla mia parete
cerebrale.
Era l'anno
di Cecilia, Laura e poi la Silvia Canali.
Nel
1992-1993 si era distrutto il rapporto di
coppia con Daniela: la prima ragazza,
donna e moglie della mia vita per ben 20
anni, a contare i tre anni del
liceo. Era venuta dal Giulio Cesare del
Parioli-nomentano-corso Trieste, in primo
liceo all'Orazio, ma ci conoscevamo
sin da ragazzini nel quartiere
Montesacro. Nel 1992-1993 ancora non
capivo bene cosa fosse successo e
nulla sapevo degli "intrecci" di cui
avrebbe scritto il CSM nel 2012,
lasciandomi esterrefatto persino dopo.
Ma nel 1992-1993 colsi le attività
di un fratello , l'AVV. Marco
Ferraro, che
non valutavo e da cui mi distanziavo
anche a tutela del mio ruolo
indipendente. Anche lui assurse nel 2009,
dopo tentativi falliti, a provvisorio e
parziale vincitore: novello Pirro di una
cordatta di Pirri, una partita volta alla
distruzione di uno dei migliori, estraneo
per vocazione ed indipendenza ad apparati
mariuolate e cordate massoniche: una
partita caratterizzata da una
"eterogenesi del fine ", e che
veniva da lontano.
.
§§§§§§§§§§
Nella
Procura circondariale
era arrivato il giorno prima della
data della sua "nascita"
istituzionale, con il nuovo
processo
"accusatorio", il 23 ottobre
1989, Giuseppe Corasaniti: lo
conoscevo all'università dal
1976. Saremmo divenuti insieme a
Giuseppe Amato, anche
lui magistrato e anche lui nella Procura
Ccircondariale, collaboratori assistenti
volontari della cattedra di diritto
privato nel 1980. Chi fosse e quale
curriculum avesse Giuseppe C. lo potete
vedere sulla rete, ma potete immaginare
come patisse il confronto diretto con
chi vi scrive. E sin
dall'epoca dell'Università. Viaggiavo, come
dirà l'11 gennaio del 2011 il "faceto" psichiatra
dott. Paolo Girardi, (ma già allora),
"alla
velocità della luce" ed
ero il "pirotecnico" ( così mi
definiva ripetutamente il professore
dinanzi agli occhi smarriti e cupi degli
altri assistenti volontari
giovani, assistente
volontario io, già impiegato
pubblico dal 1976). Tra di essi e
futuri magistrati GIUSEPPE AMATO, GIUSEPPE
CORASANITI ma anche e direi
soprattutto DONATELLA
FERRANTI (quest'ultima più strutturata,
determinata e, per sue doti, ancor
più consapevole delle mie
caratteristiche e doti: mi inviterà ad
un convegno a Viterbo nel 1988, e l'eco
dei complimenti suoi e l'atteggiamento
ed osservazione pubblica in quel
convegno e subito dopo la mia relazione.
del suo mentore politico in
magistratura MARCO PIVETTI -
attuale Presidente della sezione
tributaria
della Corte di Cassazione-
ancora li ricordo: stima fuor di misura
quasi esagerata dopo la mia relazione
intervento su un tema generale, localizzazione
delle opere publiche e tutela
dell'ambiente, con
riferimenti infine anche alla edilizia
penitenziaria. Un ricordo questo
mio non secondario:
Donatella diverrà
prima segretario del CSM poi
parlamentare poi presidente della
Commissione Giustizia della Camera,
appartenendo al gruppo
parlamentare del PD e relativa
commissione gisutizia. Lei e Marco
Pivetti sanno, sapevano e sapranno
esattamente chi sono e quanto valgo e
valevo... e lui stesso, nemico
mio infine dichiarato dall'epoca della cacciata ad
opera mia di Cascini e Pesci dalla
segreteria di MD nel 1994, non ne faceva
mistero già nel 1988.
E' Marco Pivetti (senza immagine
fotografica reperibile in rete ) che
guiderà negli anni novanta l'ascesa di
questo "apparatino" in forte scalata, ed
io che arginerò o tenterò di arginare
sino al 2004 solo alcune nefandezze,
su una sponda diversa,
idealmente.
Non avrei mai accerchiato con
metodi criminali nessuno, e tantomeno
tentato di far fuori "per stima"
un uomo: alcuni si ergono sulla
eliminazione dell'altro, specie se
migliore, così come fece D'Alema con
Occhetto. A me mancava allora la
chiave di lettura storico strategica, e
quella "sotterranea".
Il resto è analitica recente e generale
informazione e storia.
Novum purgamentum ( Nuova mondezza ) . DUE SCHERZOSI E VIRTUALI CONCORSI PER SDRAMMATIZZARE Posted on 12 marzo 2014
Novum
purgamentum ( Nuova mondezza ) . DUE
SCHERZOSI E VIRTUALI CONCORSI PER
SDRAMMATIZZARE Partecipate commentando e
valutando ( in astratto ed in anonimo)
secondo logica e criteri : è un gioco
serio e si chiama accerchiare insieme
con intelletto e coraggio il
“pergamentum” che si è incistato nel
cuore dello Stato ). PARTE PRIMA. Alle
00.05 del 14 gennaio 2014 si … Continua
a leggere
IL TERZO VIDEO AUDIO . Una attività orchestrata allo scoperto per distruggere Paolo Ferraro . In troppi sanno chi siano il pessimo autore & company ” .
Una attività
orchestrata allo scoperto
per distruggere Paolo
Ferraro. In troppi sanno chi
siano il pessimo autore
& company IL TERZO VIDEO
AUDIO I tre brevissimi
frammenti audio del primo
audio video che ascolterete
in automatico per pochi
secondi servono a farvi
rendere conto immediatamente
(voi che lo conoscete
personalmente) di chi sia
“JESUS FRANCO”. L’autore di
una ennesima e delle … Continue a
leggere
IL QUARTO VIDEO AUDIO. La macchinazione autoimplode. IL TENENTE COLONNELLO ANDREA RAFFAELLI, Il MAGISTRATO GIUSEPPE CORASANITI, l’Avv. PAOLO FRANCESCHETTI e IL MAGISTRATO PIER FRANCO BRUNO . E ROSSI e PESCI e CASCINI e vari spezzoni di una attività criminale persecutoria.
IL
QUARTO “micro” AUDIO. La macchinazione
autoimplode. E POI IL TENENTE COLONNELLO
ANDREA RAFFAELLI, Il MAGISTRATO GIUSEPPE
CORASANITI, l’Avv. PAOLO FRANCESCHETTI e
IL MAGISTRATO PIER FRANCO BRUNO . E
ROSSI, PESCI E CASCINI .. e vari
spezzoni di una attività criminale
persecutoria. Leggete, ascoltate
memorizzate e poi riverificate,
ascoltando, e chi capirà non si senta
troppo male, inorridendo. Nel corso
della …Continue
a leggere
I DIAVOLI IN TERRA FANNO LE PENTOLE MA NON I COPERCHI E SONO ANCHE IDIOTI.
IL DIAVOLO FA LE PENTOLE MA
NON I COPERCHI. I “DIAVOLI” IN
TERRA POI SONO ANCHE IDIOTI. “Beep
Beep stana una filiera di willy
cojotes” BORDER NIGHTS: una
bambina innocente, due professori
universitari di diritto ed economia,
folli e malati, la madre della
bambina, un ufficiale che lavora anche
per i servizi, nell’ombra, due
co-conduttori della trasmissione radio
e Paolo Ferraro … Continua a leggere
§§§§§§§§§§
Dalla direzione Generale degli
Istituti di Prevenzione e Pena del
Ministero di Giustizia, arriverà
sempre nell'ottobre 1989 alla Procura
Circondariale Salvatore
Vitello, alias Filippo: un
personaggio palermitano, militare a
cavallo della vincita del concorso in
magistratura 1983, e sarebbe per questo
entrato concretamente solo col mio corso
del 1984 ( !! ): di medio profilo, manterrà
invece ruoli di potere e presenza
ministeriale forte che abbiamo già dettagliato in
un precedente articolo e video audio .
I MINISTRI OMBRA E L'OMBRA DEI MINISTRI. La telefonata del 24 gennaio 2011 al consigliere Salvatore Vitello.
Un
ruolo da eminenza grigia ancor più
sotterraneo di quello di Pesci e del peso
"sub-istituzionale" forse maggiore di
quello di Cascini.
Di tutto quello che
ho saputo e potrei enucleare
didascalicamente, racconto qui
solo un suo ripetuto alludere alla
"bella mogliettina che avevo", "peccato
che vi siete lasciati", frasi
centellinate e ripetute a distanza di due
o tre anni sempre con fare affettatamente
paternalistico e direi neanche tanto impercettibilmente
allusivo. Non era e non è un Andreotti, e
invece di monitorare mi
aveva fatto ripetutamente insospettire
... senza
conclusioni mie, poi
raggiunte. Nei vent'anni
dal 1992 al 2011 mi sono sempre ben
guardato dall'illustrargli fatti e
sospetti ragionevoli e dal fargli capire
alcunchè. Così ho raccolto sei o
sette "fogliettini gialli" "post-it utili"
(come li chiamo), e l'ultima
telefonata in cui rientra in argomento con
suggestione accorta del tipo "quando si
lavora ... così tanto vanno in crisi i
rapporti di coppia". Sotterraneamente
investigavo, senza saperlo, solo
"osservando" di fatto per venti anni e
memorizzando attentamente, la qual cosa mi
viene naturale; così mi sono
ritrovato ad accertare o capire tante
cose.
Sicchè
hanno imbastito quello che hanno
imbastito, così contortamente e con
attività complesse, e alla fine protocolli di
"ultima specie"; ma senza potermi
affondare definitivamente, da ultimo. In
parte li aspettavo al varco, ma da persona
sana: distinguendo sempre tra dati, fatti,
sensazioni obiettivabili,
intuito e vaglio critico. Niente
paranoie, per loro
odierna disgrazia.
E mai, dico mai, una logica amico-nemico : assertivamente solo idee, valori, azioni, realizzazioni.
E mai, dico mai, una logica amico-nemico : assertivamente solo idee, valori, azioni, realizzazioni.
§§§§§§§§§§
Ma
la figura che va ora NECESSARIAMENTE
tratteggiata è quella di Fabio Ravagnani (di cui non si
trova immagine "fotografica"
pubblica): "l'amico
di infanzia", elementari medie
inferiori e superiori insieme, un padre
architetto, famiglia paterna nel cuore del
Tufello, separazione burrascosa del
padre dalla madre nel 1968. Una
leggenda familiare o realtà su un padre
violento, e altre cose più delicate mai
indicate chiaramemnte. Fabio intelligente
ma strano, per alcuni versi, che mi
porterà con lui nel 1968 a vedere il film
di Polanski "Rosemary's baby"; lui era
consapevole, mentre io entravo a vedere il
film per una mera curiosità senza
collocarlo se non nel limbo del
cine-amatoriale (e per entrare
raccontammo di avere già 14 anni).
Fabio Ravagnani con un
"padrino" di Torino (chi fosse non lo
ho mai saputo), Fabio "studioso"
di economia in crescendo, che riceve
borse di studio e comincia a viaggiare nel
mondo e negli Stati Uniti a ventidue
anni, e che seguirà corsi di
specializzazione per anni ed anni a
Cambridge. Fabio di
cui e del cui sviluppo personale
sapevo poco negli anni ottanta, ma
che ritenevo affettivamente il mio amico
di infanzia di sempre. Fabio
Ravagnani che,
dopo un periodo all'università di
Frosinone (dove era diventato
procuratore capo Giuseppe de Falco
nel 2009, mentre Nunzia D'Elia diveniva
Procuratore Aggiunto a Latina e Paolo
Ferraro veniva sottoposto ad un sequestro
di persona e ad una attività criminale
ormai dettagliatissimamente illustrata a
"pubblico qualificato"), vedrà
improvvisamente accelerarsi la sua carrera
universitaria nel 2012.
Fabio
Ravagnani , che
monitorò nel 1992 la crisi che credevo di
coppia con Daniela insieme a Sandro
Galiena avvocato
e solerte amico, e che monitora insieme a Sandro l'ingresso
nella mia vita da single di una
avvocato Laura
(importante), andandola a vedere nella
manifestazione di destra (!!) in
quel del
marzo del 1995 in
piazza di Montesacro, mentre Sandro
la incontra a studio suo e in zona
corso Trieste verso le 12 e io a stupirmi
delle casualità. Lo
stesso Sandro Galiena
che nel
balcone di casa sua (presenti Fabio e Tony),
anno 1985, osserva che "Daniela era la
mia ancora a terra indipensabile" essendo io
un "areostato" (percepii allora, distintamente entrambi
i concetti : atto a volare alto ma al
contempo che si poteva far perdere nel
cielo, togliendogli l'ancoraggio).
Sempre Fabio
Ravagnani monitorò
la vicenda della Cecchignola
intervenendo
attivamente, "chiamato" dall'avv.
Petrucci Luca (quello
della trappola di Cancrini e della semi
confessione al volo del
2010, anche
lui del MANIFESTO poi divenuto
dark o se
preferite rosso
mattone tendente al bruno condiviso, parlando
di politica .. sotterranea). Andarono a visionare domenica
14 novembre 2008 la
casa della Cecchignola e proprio Sabrina,
che reggeva una difficile parte, e che era
anche minacciata nel vivo ("mi
toglieranno il figlio" - n.d.r. se parlo -
diceva, anche dopo il primo incontro
con Cancrini).
Fabio Ravagnani delle cui troppe
domande terrò nota, e che teneva a
sapere come mi stessi
muovendo nel 2008 2009 ma
soprattutto nel 2011 e 2012; e
che ci teneva a farmi sapere che dovevo
smettere di analizzare pubblicamente, a
due passi dall'aggressione clamorosa
mediante istanza di nomina di
amministratore di sostegno (così scoprendosi
per i non-argomenti
che usava e che lo appaiavano all'ex
Procuratore di ROMA e Procuratore
Generale della Corte di Appello di
Roma Salvatore Vecchione).
PARTE SECONDA: 1992. Una
trama, non solo romana, anche
intorno al magistrato Paolo Ferraro, e la
ritirata dalla Corte Costituzionale
di Marco Pivetti e Agnello Rossi.
Nel gennaio/febbraio del
1992 venni chiamato dalla
Presidenza della Corte
Costituzionale a far parte di un gruppo
di lavoro creato dalla Presidenza
stessa, cumulando così il lavoro al
Consiglio giudiziario e il lavoro in
Procura al nuovo impegno, e scegliendo
di non chiedere esoneri di
alcun tipo.
Ero
reduce dagli scontri interni su Falcone
nella sezione romana di MD, da me ormai
dettagliatamente illustrati nella loro
effettiva portata. Portata nascosta
all'opinione pubblica, prima che ne
svelassi reali contesti, e capita da me
bene solo dopo quello che ho patito e poi
adeguatamente ricostruito.
E accadde un fatto
"imponderabile" normale, ma anche da protocollo di
destabilizzazione affettivo
familiare. Tra
il febbraio marzo ed aprile del 1992,
direi improvvisamente, mia moglie
Daniela viaggiava trasognata ed
estatica tra le pareti di casa e la
mattina volava al lavoro. Poi saprò da
lei che le avevano dato un badge a
parte per uscire liberamente a
febbraio "vista
la riorganizzazione interna", e
che usciva dall'uffìcio ogni giorno
per tutta la mattinata (a Porta Pia, e
si recava in zona Parioli
Nomentano, Corso trieste, facendo
stampare le foto delle vacanze,
andando al bar sempre a tarda
mattinata e così via, come da numerosi
scontrini ovviamente visionati per
capire se potesse succedere qualche
cosa alla moglie di un
magistrato in vista... ). Una
esplosione di fuoco ad aprile e la mia
"rincorsa" di sensuale amore: eravamo
una coppia storica e io persona
aperta, addirittura reduce da un
percorso decennale con "reciproche"
concessioni (ci eravamo sposati
giovanissimi ed in epoca
"libertaria"), ma la situazione si
andava sgretolando e poteva forse
sembrare una normale crisi da
"invaghimento" ed annessi. Poi Daniela farà
esplicitamente intendere che non di
quello si trattava, e quindi di "un"
ben altro che iniziò ad illustrarmi
parlando di sue uscite con quattro
colleghi: racconto che io interruppi
subito. Più importante forse fu
sapere che l'avevano messa in stanza
con un Giovanni di una potente
famiglia cattolica, parente di un
vescovo ed in odore di poteri forti di
Chiesa. Ma allora la informazione
trapelata non mi significava nulla.
Nella settimana di fuoco
primaverile del 1992 (amore), alcuni
comportamenti ... intimamente
accresciuti e sviluppati, ma raccolsi
anche alcune frasi
incomprensibili e strane,
pronunciate con tono trasognato; "io
prendo quello che viene " e in
precedenza " io ne
ho bisogno tutte le mattine verso le
11" (nomenclature tipiche .. bah
?! sempre in tono trasognato ...
per me era "arabo", da imputare
semmai ad una tempesta ormonale
impensabile solo un mese prima).
La mia interpretazione banale
ed ordinaria, allora, fu quella che
immaginate; ma era e si rivelò
inadeguatissima.
In
piena crisi "mia" di coppia esplodevano
le bombe di Capaci e poi di via
D'Amelio, e resistetti nella coppia
un bel pò; "lasciato solo", e nonostante
o forse proprio per la bomba affettiva
deflagrata a via Tilli, che mi rese
impossibile costruire altri rapporti
veri e una qualunque alternativa. Sicchè
nella più nera disperazione ricorsi
anche, ricordo, a rimedi antichi:
mi univano anche tre bambini cui
volevo molto bene (Francesco e
Federica "certi" di data e antefatto:
Francesco voluto programmaticamente
sino in fondo, una partita
della semifinale di coppa del mondo del
1982 ed il seguito dopo, in tenda a
Villasimius, e Federica, un 6 gennaio
1990 la notte a casa senza
bambini, dopo una festa da
Stefano e Patrizia, amici montesacrini
di Daniela dalla pubertà ed anche miei,
direi per bene per non accomunarli in
alcun modo nel racconto dettagliato e
preciso che sto facendo. Una analisi e
racconto necessari, alla luce di tutto
quello che è emerso con prove dirette,
affinchè tutti possano capire meglio,
immedesimarsi entrando in empatia
e quindi sentire e comprendere a
fondo ).
Immancabili
nel "monitorare" e nella presenza
assidua i tre del nucleo montesacrino
del MANIFESTO "dark", e segnatamente tra
essi Fabio Ravagnani con
il suo amico dai lontanissimi tempi
dell'InghilterraRoberto Ricci e l'avvocato futuro Sandro
Galiena;
ricordo un pomeriggio a casa mia con
presente Daniela, a crisi e
destabilizzazione avviata, che teneva
riservatamente un'aria
sorniona, per me incomprensibile e
che notai stupito. In realtà era del
tutto plausibile e ovviamente non
sgradita una partecipazione amicale
loro, ma che ne sapevo io di cosa covava
sotto le ceneri ?!
Mio
fratello Marco Ferraro tentò di
attivare una trappoletta nella mia
sfera con l'ausilio di
mia sorella Simonetta Ferraro (un
mio delirio di gelosia .. sic!). E
mia sorella era la stessa che in
piena anoressia era venuta a
trovarmi la estate del 1990 al
CIRCEO al mare, lasciandomi
lievemente stupito. E poi ci
sono molte altre cose:
ascoltai infine la telefonata
di Marco Ferraro a
mio padre del 1993 alzando la
seconda cornetta della casa paterna,
e avevo osservato un iniziale
muoversi comune con Daniela Plocco
sul protocollo da costruire.
Non intravedo nessi concreti e precisi con il fattaccio del magistrato della Corte Costituzionale, ma sono cose che mi lasciano oggi riflettere persino su quei fatti, diversi.
Non intravedo nessi concreti e precisi con il fattaccio del magistrato della Corte Costituzionale, ma sono cose che mi lasciano oggi riflettere persino su quei fatti, diversi.
Ed è la intera
rilettura di strategie
criminologico-psichiatriche e/o
mediante dinamiche orientate
interferenti nella sfera psico
affettiva ( Tavistock e altre scuole
) e dagli anni novanta in poi,
che contribuisce a un non
peregrino banale punto
interrogativo.
Il fatto esploso dagli
uffici della Corte Costituzionale
non avveniva nella casa della
funzionaria dal meraviglioso "viso
rinascimentale" e funzionario
marito, che pure vivevano
vicino al Divino Amore, ma
soprattutto non era nato in un
qualsiasi ufficio pubblico.
Mesi prima avevo incontrato ad un baretto su via nazionale vicino alla Corte Costituzionale Agnello Rossi, che mi sembrò letteralmente stravolto e anche un pò verdolino in viso. Inoltre sapevo per certo che il presidente della Corte, pur essendo un vero giurista autore di una celeberrima giurisprudenza "genovese" e poi di Cassazione, era letteralmente inviso alla cordata migliorista che ne sparlava per come avesse raccolto persona per persona i voti dei magistrati di Cassazione per la sua elezione a giudice costituzionale. E alla Corte era anche addetto fuori ruolo Marco Pivetti, la "eminenza" dell'ala migliorista e dei lavoristi romani ... anche lui del quartiere nomentano alto-viale Libia-Corso Trieste, la Parioli allargata dove stavano quasi tutti.
Mesi prima avevo incontrato ad un baretto su via nazionale vicino alla Corte Costituzionale Agnello Rossi, che mi sembrò letteralmente stravolto e anche un pò verdolino in viso. Inoltre sapevo per certo che il presidente della Corte, pur essendo un vero giurista autore di una celeberrima giurisprudenza "genovese" e poi di Cassazione, era letteralmente inviso alla cordata migliorista che ne sparlava per come avesse raccolto persona per persona i voti dei magistrati di Cassazione per la sua elezione a giudice costituzionale. E alla Corte era anche addetto fuori ruolo Marco Pivetti, la "eminenza" dell'ala migliorista e dei lavoristi romani ... anche lui del quartiere nomentano alto-viale Libia-Corso Trieste, la Parioli allargata dove stavano quasi tutti.
Quando a luglio inoltrato
parlai al Presidente della Corte
Costituzionale per cinque minuti e gli
dissi che mi si era aperto inaspettato
un fronte interno, lui fece un
parallelo niente affatto banale con la
storia che aveva schockato la Corte
Costituzionale e mi disse con aria
intelligente e non paternalistica
"occorre stare attenti .. bene
.. a quello che accade negli ambienti
di lavoro di questi tempi". Dal tono
voleva dire ben di più ...
Pivetti
e Rossi si "ritirarono" dalla
Corte, rientrando in ruolo ....
TORNANDO
INDIETRO ALL'AGOSTO 1990 ... e state ben
attenti ...
Ignaro ero io, ignari erano
tutti. Ma quando nell'estate del 2013 un
amico "informato" mi illustrerà alcune
dinamiche e piste criminologiche facendo
una ipotesi consistente su di me ... e
sulla ipotesi della creazione
artificiale di un profilo
patologico-criminale, riflettei
e rimasi incuriosito sino alla mattina
dopo (si nuotava al mare). Era l'unica ipotesi
che in effetti potesse dare una qualche
spiegazione globale a quel pateracchio
di balle diagnostiche in
crescendo e poste in nuce come spunti
artificiali sin dall'inizio, e
quella ipotesi poteva illuminare la
direzione cui apparivano quasi mirate.
Si ricordava lui, come mi
ricordai io, di un disegno di un
pupazzo margherita lasciato o trovato
sul luogo dell'omicidio di Simonetta
Cesaroni, e mi ricordai o mi disse lui
di un qualcosa di simile lasciato e
fatto trovare dopo il furto al caveaux
della banca di Roma svariati anni dopo,
all'interno del palazzo di giustizia
(palazzina B) di piazzale Clodio. Un
chiaro segnale, con coinvolgimento di
criminalità non di basso livello: a Roma
come si alza il livello si arriva ad
eversione nera, di solito. E ai servizi,
deviati quasi sempre. Quel disegnino di
pupazzo margherita mi ritornò alla mente
come non solo
visto su un quotidiano, ma facente parte
di quel pomeriggio accaldatissimo, nella
stanza del collega super
informatico ... La chiacchierata estiva
del 2013 ha colorato di una nuova
ulteriore luce le mie riflessioni.
Poi grazie ad una informata
avvocatessa molto "organizzata" ho
rimediato una interessante pubblicazione
che propongo a tutti
... ma soprattutto agli
investigatori e pubblici ministeri
seri e professionali ....
"Mi scuserete" se sono
disordinato e parto dalla pagina tre
.. BEN INGRANDITA .
Di seguito rimetto tutto in ordine di
pagine ..
|
Certo ripensando al mio
ruolo, ai riconoscimenti ed alla
marcia da me innestata, e alla frase "sei uno
ingombrante da eliminare" con ghigno
moderato elargitami da Giuseppe
Cascini nell'autunno 1991, prima
che iniziasse una riunione di M.D. ,
qualche dubbio più consistente mi
sarebbe dovuto venire nel 1992. Ma
lesinavo ipotesi e supposizioni non
avendo elementi concreti verificabili,
e quando raccogli i cocci affettivi ..
sei obiettivamente distratto.
Oggi le
cose sono completamente diverse, e
persino le sorti di allora di Sarète (da
almeno due anni "liberatasi" mi è stato
confermato), Sarète stessa
le potrà leggere in modo
diverso.
PARTE TERZA: 1995. Un assurdo agguato disciplinare
fallito ed il piacevole accerchiamento
femminile: tre ruoli individuati
ricostruiti.
Quando
nel maggio-giugno 1994 avevo terminato
una mia "invenzione" automatizzata
chiamai il collega Adolfo Di Virginio
nella mia stanza e gli illustrai idee,
metodo, mezzo (il programma compilato),
facendo vedere qualche piccolo
esperimento coi miei fascicoli e
relativi database estratti dal
registro generale informatico.
Adolfo
che è persona intelligente, pur non
essendo informatico capì al volo.
Illustrai al Procuratore l'idea (eravamo
in conflitto "storico" sulla
specializzazione, per me necessaria tra
i PM, ma da lui aborrita dichiaratemanet
per il pericolo del crearsi di
sacche di
potere ingestibili) e la
sperimentazione ATZ partì.
Presi in meno di quattro mesi svariate
migliaia di fascicoli per reati
automatizzabili, completai il
programmino e gestii le modalità di
classificazione codificandole (si
trattava di aggiungere alcuni brevi
codici nel registro generale in sede di
immissione delle notizie di reato
preclassificate). Il programma
faceva tutto da solo con un click e
produceva completi tutti i provvedimenti
necessari alla gestione del fascicolo:
ATZ il canale e flusso dei procedimenti
(AutomaTizZati).
Funzionava. Per poter gestire lavoro
attuativo e contemporaneamente i seimila
procedimenti avevo chiesto di
poter restituire poco più di un
migliaio di pendenti, già
tutti prelavorati sinanche nel capo di
imputazione e molti in attesa di sola
data di udienza.
A
ciascun PM vennero riassegnati tra i
trenta e quaranta procedimenti miei
prelavorati, moltissimi. La cosa non fu
nè compresa nè gradita. Uno dei PM,
proprio il GIUSEPPE AMATO che mi
conosceva dai tempi dell'UNIVERSITA', in
palese ostentato accordo con Cascini, e
con un gesto di intesa da parte di
quest'uptimo, che io colsi in una
assemblea "topica" dell'pttobre 1994,
oltrechè "attaccare" la cosa
pubblicamente ne pensò una bella.
Per
una ventina dei 42 procedimenti
riasssegnati arrivatigli chiese
un'archiviazione al GIP motivando che i
fascicoli erano stati riassegnati dopo
la scadenza del temine "per le"
indagini di sei mesi. e quindi non
si potevano trattare. Ovviamente i
giudici delle indagini preliminari li
restituirono pressochè tutti, dicendo
non c'è nulla da fare, occorre solo
decidere se rinviare a giudizio,
emettere decreto penale o richiedere
archiviazione nel merito perchè non
sufficienti le prove o non sussistente
il reato ( e vi erano persino il decreto
citazione pronto con il capo di
imputazione e l'udienza richiesta in
alcuni casi, e le indagini,
semploci, già fatte ). I provvedimenti
di restituzione dei procedimenti vennero
tutti nientepopòdimenoche ricorsi in
Cassazione (un rimedio straordinario e
atipico) ipotizzando strumentalmente
che i provvedimenti dei GIP fossero
"abnormi" (?!). Tutti i ricorsi
ovviamente vennero respinti ma un
paio accolti e sostenuti da un Sostituto
Procuratore generale della Cassazione in
udienza, GERACI. Un collegio della
Cassazione accolse il ricorso con una
non motivazione che lascio immaginare
(dopo sei mesi i fascicoli non trattati
muoiono di infarto, grosso modo
...) e il Sostituto chiese la
trasmissione degli atti alla sezione
disciplinare, perchè si ipotizzava una
mia incuria e negligenza grave. Vi lasco
immaginare come fosse un non senso cio',
per il semplice fatto che gli altri Pm
della Procura circodariale avevano sino
ad un massimo pendente in stanza di
cinquemila fascicoli ciascuno.
Invertendo la realtà, si era costruito
artificialmente un
"lavativo" passibile di rilievi
disciplinari su un caso solo o di
approfondimenti sul nulla.
Ovviamente fu tutto una gigantesca bolla
di sapone e la istruttoria disciplinare
si tramutò in una esaltazione della
professionalità, attività e persona di
Paolo Ferraro. Mentre, ho saputo dopo,
il CNR studiava nel settore destinato al
vaglio della intelligenza artificiale la
procedura e programma ATZ (questa era
una esagerazione di segno opposto, che
servì in realtà per monitorare chi
fosse e quanto intelligente o meno Paolo
Ferraro: ne
abbiamo parlato in precedente articolo).
UN FLOP clamoroso, un dispendio di
attività istituzionali e vari trucchi
inutili. Ma la posta in gioco non era la
attività mia ma la mia persona.
Respinta al
mittente la manovra, hanno completamente
escluso che sul piano del lavoro o della
professionalità potessi subire un qualunque
attacco di qualunque tipo. E
radicalizzarono solo il metodo TAVISTOCK
ed il protocollo psichiatrico poi,
preparando il terreno.
Di Cecilia, la
magistrata che fece forfait declinando
implicitamente la missione, abbiamo
detto nei passati articoli; di LAURA abbiamo
accennato diffusamente in precedenti
articoli.
Oggi
spieghiamo che si era alzato di molto il
tiro, e la persona che aveva
assiduamente "frequentato" Scopelliti (il
professionale magistrato del processo
sulla strage di Milano, cui era
destinato il ruolo della accusa in
Cassazione per importante processo
di mafia, ucciso con un colpo di pistola
a Reggio Calabria nel 1990) non era un
manicaretto, era un
potente cannone. La
bella ma anche intelligente
avvocatessa, che mi conosceva anche da
ragazzo, si era
fatta "largo" in Cassazione come
intraprendente laureanda, laureata poi e
avvocatessa; aveva chiuso l'armadio con
relativo contenuto aperto anche intorno
alle prove di abilitazione in Calabria,
ed infine cresciuta altrove
come assistente a giurisprudenza e
professoressa di facoltà di quella nota
Università privata di cui ormai sapete.
Nonostante si monitorasse e lei
riferisse, e nonostante
l'impegno messo (NOTEVOLE ma NON
sufficiente), si arrese a
fine maggio 1995 o concluse nei tre
mesi "canonici". da
protocollo, piacevolmente
faticosi. Si arrese come avevo
previsto da quando mi rivelò di fronte
ad una mia ostentata e visibile
perfetta buona fede, che un
attimo la squilibrava : "Io non sono
quella che tu credi ...", con
una improvvisa impennata di sincerità
tipica del suo temperamento, alle due
di notte ora più ora meno; e mi rivelò
poi varie altre cosine.
Anche
questa destabilizzazione affettiva e da
scompenso ormonale di risulta, più
frustrazione da abbandono, fece
infine cilecca.
Passarono
allora con le modalità più volte
spiegate alla vera e propria bomba ad
orologeria, Silvia Canali, che gli si
stava disinnescando definitivamente
nel 2002 (avendo anche generato due
bambine) e dopo la lite furibonda con
la sacerdotal-matriarca Fiorella
Vallini.
Nel 1996 Silvia Canali era
appena entrata nel ruolo ed aveva però
violato la consegna per "amore";
e la
botta data da me con l'articolo "noto"
del 1996 sul MANIFESTO aveva congelato
la situazione.
[In un noto paginone
articolo su quotidiano Paolo Ferraro
denunciò una svolta da associazione ad
"ORGANIZZAZIONE" in una corrente
"chiusa" di magistrati]
ANNO 1996 articolo
sul MANIFESTO
clicca ed allarga per leggere |
Ripresa
la Canali la sua missione
intorno al 2004, come ormai
chiarito nei tempi modalità e
contesti, disinnescai la
prima volta il congegno mortale,
dando incarico nel giugno
2006 ad un'agenzia
investigativa, quindi anche
grazie al mio grande solito
intuito.
E
nell'istante in cui quasi
addolorata e con voce vagamente
tremante disse "pensavo di
essermi redenta "
( ??! ), mi tornarono tutti
insieme alla mente i suoi racconti
dal dicembre 1995 all'aprile 1996,
su vicende non approfondite
, per fiducia: Angelo, tutto il
resto ed i viaggi in moto in
Toscana del gruppo ('85), quei due
cofanetti di gioielli nascosti in
fondo all'armadio, le vicende del
liceo Socrate ('81 - '83),
l'incidente in motorino della
compagna di scuola ('84), la
storia del coinvolgimento in una
trappola giudiziaria senza esito
del padre del'ex marito Orfei
('94), il fatto che fosse compagna
di scuola del giovane Albamonte, altro intermedio magistrato
della M.D. romana, e vidi in una
luce nuova anche i racconti sul 1990
e sullo studio commerciale di Corso
Trieste, sul ricco GIGGI
dell'Aventino, sull'ENTE per il
turismo italiano, e la
presenza nel mondo Caracciolo delle
sorelle Canali dall'inizio del 1990
e via dicendo. Dopo aver tentato per
oltre mese di tenere sotto
controllo il tutto, allontanandomi,
a fine giugno per vacanza in camper,
definitivamente inorridito ed
impensierito, portai via ogni foto
mia, e quando una sua cliente mi
telefonò direttamente al cellulare i
primi dell'ottobre 2006 mettendomi
in guardia dalle attività
diffamatorie ed invenzioni a mio
danno, e segnalandomi che per quello
che riguardava una sua
personale vicenda giudiziaria aveva
fatto esposto all'ordine degli
avvocati di Roma, dissi solo " ne
prendo atto". In sede di separazione
mi sarei fatto sottoscrivere una
autorizzazione ad abundantiam sulla
utilizzazione delle prove mie a fini
difensivi . Venne poi tra il 2007 ed
il 2008 l'operazione
Cecchignola (scoperta anche
quella); e uscirono allo scoperto
Cancrini, la componente deviata della
Procura dietro, e l'avv. Luca Petrucci
con il "supervisore" Fabio
Ravagnani (2008-2009), unitamente ad
una famiglia mia cialtrona, infingarda
e massonica, della cui vocazione
ed attività ignoravo ovviamente tutto.
Vennero poi il sequestro di
persona (2009), la pista
psichiatrica potenziata (2011), la
pista familiare (2011-2013), la
distruzione lavorativa (18 giugno
2011), la distruzione
dell'immagine e i protocolli
denigratori (in realtà già avviati
sotteraneamente dal 2005), i falsi
profili e FALSO DOSSIER
(accavallatisi vorticosamente tra il
2011 e il 2012), il tentativo
di distruzione e "pre-morte" civile
mediante istanza di nomina di
amministratore di sostegno (2013), il
tentativo di accerchiamento e
distruzione nel processo di divorzio
gestito per fini eterodossi,
con concorso di una
pseudo-psicologa e psichiatra della
stessa cordata subito
smascherati (2011-2014) ,
la reiterazione di
"honey traps" in "scaciato" -
maccheronico - stile Mossad
italico (2012-2014), e la pressione economica (io senza stipendio dal
7 febbraio 2013) e la pressione affettiva
continua ( 2011
-2014 privazione del
rapporto con le bambine mie,
pressioni multiple dirette ed
indirette sulla compagna convivente
Patrizia Foiani , con
derivatone esaurimento
interno ... ovvio ....).
E
venne tutta la marea di
sciocchezze che li hanno portati sino
ad essere completamente scoperti.
Alla faccia degli illuminati,
delle forze oscure e dei poteri forti
occulti: hanno solo fatto
provvisoriamente perdere un magistrato
vero allo Stato, sapendolo e dicendolo
("tu sei nato per fare il
magistrato"). E hanno fatto
acquistare, alla gente che lo ha potuto
conoscere, uno
storico politico ed
intellettuale che è rimasto magistrato, non imbrigliato, coi
piedi nella rigida scarpa
deontologica.
Ma
si può essere più .. ?! GRAZIE SUPER
GLADIO... di accatto.
Ora
si faccia marcia indietro: che le
istituzioni e le migliaia di
magistrati per bene hanno bisogno di
un collega serio affidabile e perbene
a sua volta, che ha sempre rispettato
la deontologia professionale e saprà
rientrare e far valere il suo ruolo ed
identità professionale senza
sbavature. Se si è in tempo
...
E
si intervenga su una psichiatria di
apparato e da cospirazione, e sulle
elite militari e di altro tipo che la
usano e supportano; e si intervenga
sui cenacoli dei sotto palazzi e
cunicoli e colle Celio di una
Roma sotterranea "potente" e
demente, avvezza a fare la forte coi
deboli ...
IL QUARTO VIDEO AUDIO. La
macchinazione autoimplode. IL
TENENTE COLONNELLO ANDREA RAFFAELLI,
Il
MAGISTRATO GIUSEPPE CORASANITI, l’Avv. PAOLO FRANCESCHETTI e IL MAGISTRATO PIER FRANCO BRUNO . E
ROSSI e PESCI e CASCINI e vari spezzoni di una attività criminale persecutoria.
IL
QUARTO “micro” AUDIO. La
macchinazione autoimplode. E POI IL
TENENTE COLONNELLO ANDREA RAFFAELLI,
Il MAGISTRATO GIUSEPPE CORASANITI,
l’Avv. PAOLO FRANCESCHETTI e IL
MAGISTRATO PIER FRANCO BRUNO . E
ROSSI, PESCI E CASCINI .. e vari
spezzoni di una attività criminale
persecutoria. Leggete, ascoltate
memorizzate e poi riverificate,
ascoltando, e chi capirà non si
senta troppo male, inorridendo. Nel
corso della …Continue
a leggere
les jeux sont faits. si vous voulez .....
SIETE
ORA SUFFICIENTEMENTE MATURI ED INFORMATI
PER LEGGERE ED ASCOLTARE IN MODO ATTENTO
COMPLETO E CONSAPEVOLE:
1.
IL MEMORIALE DEL 7 MARZO 2011
2.
IL DOCUMENTO SU PISTA FAMILIARE E USO
ETERODOSSO DEL DIVORZIO ( e allegati )
3.
LE PROVE AUDIO della CECCHIGNOLA e
relative contestualizzazioni
4.
e 5. GLI ESPOSTI DENUNCIA MEMORIE AL
CSM CHE SEGALAVANO GIA’ NEL 2012 LA
MANOVRA CRIMINALE SOTTESA E LA
IDENTITA' DI QUESTO PERICOLOSO
APPARATO DEVIATO
9.
LA LETTERA DI NON DIMISSIONI (
l’opposto di ciò che hanno fatto i
tanti magistrati martirizzati in
silenzio dall’apparato deviato )
ORA
POTETE SINO IN FONDO CAPIRE DA SOLI
QUALE FOSSE LA POSTA IN GIOCO:
11.
PERCHE’ DOVEVA ESSERE
DISTRUTTO IL MAGISTRATO PAOLO FERRARO
E
PERCHE’ OPERARONO DI
CORSA IN CONTRO TEMPO PER TENTARE DI
ARGINARE LA INFORMAZIONE E DENUNCIA
PUBBLICA CHE AVREI SVILUPPATO E CON
QUALE ARCHITETTURA CRIMINALE SI
MOSSERO
QUALE
DISEGNO E GESTIONE DEL REALE POTERE
DOVESSERO DISPERATAMENTE NASCONDERE
SE
VI FOSSERO IN GIOCO E QUALI
COMPONENTI DEVIATE ( E
COME OPERASSERO )
COSA
TEMEVANO CHE POTESSE ANCHE EMERGERE
COME
ABBIANO OPERATO NEL SILENZIO PER
DECENNI
COME
ABBIANO ATTIVATO LA FINTA
CONTROINFORMAZIONE CHE COSTRUIVA IL
MITO DI PSEUDO ASSOCIAZIONI CHE
COPRIVANO POTERI REALI
E
PERCHE’ SOLO PAOLO FERRARO POTEVA
ARDIRE E DENUNCIARE RICOSTRUENDO TUTTO
E CONTESTUALIZZANDO TUTTO ( SENZA IL
TESTIMONE CHE CONTESTUALIZZA LE PROVE
OGGETTIVE NON ESISTONO E NON HANNO UN
LORO AUTONOMO SENSO COMUNQUE )
COME SIANO ARRIVATI A
COMPIERE L’ERRORE MADORNALE DI METTERE
IN MANO AL MAGISTRATO PAOLO FERRARO LA
PROVA CERTA OBIETTIVA ED INDELEBILE
DELLE MANOVRE FATTE E REATI CONNNESSI,
IN UN CASO EMBLEMATICO
CON
QUANTA VOLGARE SICUMERA E VIOLENZA
ABBIANO TENTATO DI ARGINARE LA
INFORMAZIONE ANCHE A LIVELLO DI
CONTROINFORMATORI DI REGIME ATTRAVERSO
QUELLO CHE ORMAI IN MOLTI CHIAMANOIL
"PROTOCOLLO PETTEGOLO“ (
Derisoriamente)
QUANTA
INTELLIGENZA E SENSIBITA’
INTELLETTUALE IMMISERO NEI LORO DUE
STUPENDI SCRITTI LUCIANO GAROFOLI ED
ENRICA PERRUCCHIETTI QUANDO ANCORA
STAVO CENTELLINANDO PROVE ED ANALISI
QUANTO
SENSIBILE IMPEGNO SIA STATO MESSO DAI
MIGLIORI DI VOI ( per ora ) AVENDO
CAPITO BENE E STUDIATO …
PERCHE
PAOLO FERRARO ERA ED E’ AMATO E
STIMATO DALLA POLIZIA GIUDIZIARIA E
DAI MIGLIORI MAGISTRATI NON CRIMINALI
E DEVIATI
ORA
AVETE INFINE quindi DAVANTI, ED
ATTRAVERSO ME E LE VICENDE A ME
COLLEGATE, UNO SPACCATO CRIMINALE DI
POTERI DEVIATI CHE APRE LE PORTE A TUTTO
QUELLO CHE DI CERTO ED INDICIBILE
ABBIAMO INDICATO E ANALIZZATO COME
DIRETTI TESTIMONI.
UN
ORDITO CRIMINALE PLURIENNALE:
IL CASO FERRARO
I SILENZI COLPEVOLI O CRIMINALI
UN BEL
GUAZZABUGLIO INTERAMENTE DISTRICATO
RITROVANDO
NOTIZIE PREZIOSE SULLA INDAGINE FIORI
NEL FANGO
IL
RUOLO CRIMINALE E MALATO GIOCATO DA UNA
FETTA DI MAGISTRATI DEVIATI DELLA
PROCURA DI ROMA CHE AVEVA TUTTO DA
PERDERE SE FOSSE USCITO FUORI QUELLO
CHE AVEVANO COMBINATO , A PARTIRE DA
PAOLO FERRARO
E qui
un ringraziamento non alla rosa ma alla
Margherita ...
E GLI
STRUMENTI REALMENTE ADOTTATI DA
QUESTI APPARATI CRIMINALI
Ed ora potrete
riapprezzare a fondo
UN VIDEO AUDIO INEDITO. UNA PROVA DIRETTA SCONVOLGENTE SU APPARATI COLLEGAMENTI PSICHIATRIA DEVIATA E L’ATTACCO FRONTALE PER TENTARE DI RISALIRE LA CHINA E FERMARE IL MAGISTRATO PAOLO FERRARO ANNO 2011 .
Tornando al
2011 ed all’attacco violento sferrato
per impedire che vicende denunciate
venissero portate a conoscenza della
opinione pubblica, vi era in gioco
allora tutto di più: tra luogo coperto
(Cecchignola) , attività gestite,
rappresaglie criminali, trappola
ordita ed antecedenti mirati, sempre
in danno di Paolo Ferraro , nonchè il
pericolo che lo stesso arrivasse a
ricostruire riconnettendo elementi e
dati … Continua
a leggere
UN SECONDO VIDEO AUDIO INEDITO.PASQUETTA 2011. IL FALSO DOSSIER. Silvia Canali, Fiorella Vallini, Bruno e i PM coinvolti e l’allora PROCURATORE CAPO della PROCURA di Roma e "le MAIL" degli "psichiatri ".
PASQUETTA
2011. IL FALSO DOSSIER. Silvia Canali,
Fiorella Vallini, Francesco Bruno, i
PM coinvolti e l’allora PROCURATORE
CAPO della PROCURA di Roma e
nell’ombra gli psichiatri che
“inviavano MAIL”. LA PISTA FAMILIAR
PSICHIATRICA. (Per l’analisi di quadro
che chiarisce come la vicenda
apparentemente familiare e personale
non sia che un frammento criminale di
un ordito si rinvia al
............. Continue
a leggere
IL TERZO VIDEO AUDIO . Una attività orchestrata allo scoperto per distruggere Paolo Ferraro . In troppi sanno chi siano il pessimo autore & company ” .
Una
attività orchestrata allo
scoperto per distruggere Paolo
Ferraro. In troppi sanno chi siano
il pessimo autore & company IL
TERZO VIDEO AUDIO I tre brevissimi
frammenti audio del primo audio
video che ascolterete in
automatico per pochi secondi
servono a farvi rendere conto
immediatamente (voi che lo
conoscete personalmente) di chi
sia “JESUS FRANCO”. L’autore di
una ennesima e delle … Continue
a leggere
IL QUARTO VIDEO AUDIO. La macchinazione autoimplode.
IL TENENTE COLONNELLO ANDREA RAFFAELLI, Il MAGISTRATO GIUSEPPE CORASANITI, l’Avv. PAOLO FRANCESCHETTI e IL MAGISTRATO PIER FRANCO BRUNO . E ROSSI e PESCI e CASCINI e vari spezzoni di una attività criminale persecutoria.
IL
QUARTO “micro” AUDIO. La
macchinazione autoimplode. E
POI IL TENENTE COLONNELLO
ANDREA RAFFAELLI, Il
MAGISTRATO GIUSEPPE
CORASANITI, l’Avv. PAOLO
FRANCESCHETTI e IL MAGISTRATO
PIER FRANCO BRUNO . E ROSSI,
PESCI E CASCINI .. e vari
spezzoni di una attività
criminale persecutoria.
Leggete, ascoltate memorizzate
e poi riverificate,
ascoltando, e chi capirà non
si senta troppo male,
inorridendo. Nel corso della …Continue a
leggere
IL QUINTO VIDEO AUDIO. La centrale operativa di Parioli Corso Trieste. AVV. MArco Ferraro Luigi Cancrini e gli altri.
IL SANCTA SANCTORUM PARIOLINO si va disegnando. Poi definiremo i rapporti con gli apparati e realtà militari ed internazionali di Lucio Caracciolo, l’ennesimo professore della LUISS, gli scambi e le conoscenze culturali ( Francesco Bruno e il convegno a Pompei, ricordate ?! ) e tutto l’altro di cui sembra aver potuto usufruire la solo apparente principale protagonista malefica delle vicende … Continua a leggere
UN PROFILO ARTIFICIALMENTE COSTRUITO. Seconda parte. La sgangherata e deliroide geometria manipolativa. SESTO AUDIO inediti E RIEPOLOGO DETTAGLIATO dei FATTI A MONTE DAL DAL 2007
PREMESSA Questo sesto articolo con video audio inedito (LA MANIPOLAZIONE DELIROIDE DELLA PSICHIATRIA. Le peripezie illogico tautologiche dello psichiatra “SANI” 11 gennaio 2011), si riferisce innanzitutto ancora alla sequenza delle attività del gennaio 2011, inscenate per tentare di “riprendere in mano la situazione” ed eliminare definitivamente il magistrato Paolo Ferraro. Quando parlavo con Sani ancora non sapevo del cumulo di nefandezze immesso da Girardi nei .. Continua a leggere
PROTOCOLLI PROFILAZIONE e GESTIONE OPERATIVA. UNA MAIL parodia di protocolli e metodi reali.
Nell’articolo che precede abbiamo illustrato la “gestione manipolatoria a struttura deliroide condivisa” e il ruolo della psichiatria e delle scuole giuridiche che chiamo, per intenderci, “neocausidiche”, dando indicazioni sintetiche sul caso Ferraro . Oggi trattiamo mediante logica, delle fondamenta di protocolli, profilazione e gestioni operative: l’anima delle attività coperte e deviate di apparati di potere sotteranei o segreti, come nuova strumentazione più sofisticata anche … Continue reading
I DIAVOLI IN TERRA FANNO LE PENTOLE MA NON I COPERCHI E SONO ANCHE IDIOTI.
IL
DIAVOLO FA LE PENTOLE MA NON I COPERCHI.
I “DIAVOLI” IN TERRA POI SONO
ANCHE IDIOTI. “Beep Beep stana una
filiera di willy cojotes” BORDER
NIGHTS: una bambina innocente, due
professori universitari di diritto ed
economia, folli e malati, la madre
della bambina, un ufficiale che lavora
anche per i servizi,
nell’ombra, due co-conduttori della
trasmissione radio e Paolo
Ferraro … Continua a leggere